martedì, Marzo 4

Monsignor Viganò, l’appello sul Papa gela tutti: “Stanno facendo qualcosa di grave”

Monsignor Viganò, l’appello sul Papa gela tutti: “Stanno facendo qualcosa di grave”

Monsignor Viganò, dichiarazioni esplosive sul Papa: “Stanno tramando qualcosa di grave”

Le accuse di Carlo Maria Viganò scuotono il Vaticano

Monsignor Carlo Maria Viganò, noto per le sue posizioni controverse e per la sua opposizione aperta a Papa Francesco, è tornato a far parlare di sé con nuove dichiarazioni che hanno scosso il mondo ecclesiastico. Il vescovo, che è stato scomunicato per la sua posizione radicale contro l’autorità del Pontefice e il Concilio Vaticano II, ha diffuso un messaggio sul suo canale YouTube che ha immediatamente acceso il dibattito tra fedeli e osservatori della Chiesa cattolica.

Le parole di Viganò arrivano in un momento particolarmente delicato per il Vaticano, poiché Papa Francesco si trova ricoverato in gravi condizioni presso il Policlinico Gemelli. Le sue affermazioni, cariche di insinuazioni e accuse pesanti, hanno sollevato interrogativi e preoccupazioni tra i fedeli.

Il sospetto di un insabbiamento sulla salute del Papa

Nel suo video, Viganò ha espresso il dubbio che la reale condizione di Papa Francesco possa essere celata al pubblico. “C’è chi ritiene che il Papa sia già deceduto e che lo si tenga nascosto”, ha dichiarato, alimentando le teorie cospirazioniste su presunti giochi di potere interni al Vaticano. Secondo il vescovo scomunicato, esisterebbe una strategia ben precisa per garantire la continuità dell’attuale linea progressista della Chiesa, manovrata da quella che definisce la “deep church bergogliana”.

Secondo Viganò, i vertici ecclesiastici sarebbero nel panico e starebbero lavorando dietro le quinte per raccogliere i consensi necessari tra i cardinali per designare un successore che continui la “rivoluzione bergogliana”. Un’accusa pesante che, seppur priva di prove concrete, ha trovato risonanza tra alcuni settori più conservatori della Chiesa.

Le accuse al Vaticano e il legame con la politica internazionale

L’ex nunzio apostolico negli Stati Uniti non si è fermato qui. Ha lanciato ulteriori accuse, sostenendo che vi sarebbero forze interessate a coprire i propri crimini approfittando della crisi di Bergoglio. Secondo Viganò, negli Stati Uniti si starebbe consumando un duro scontro tra la Conferenza Episcopale e l’amministrazione di Donald Trump, facendo riferimento allo scandalo sui fondi dell’Agenzia per lo Sviluppo Internazionale (USAID).

Tale vicenda, che ha sollevato sospetti sulle presunte complicità della Chiesa cattolica nel business dell’immigrazione, viene usata da Viganò per rafforzare la sua tesi secondo cui esisterebbero poteri occulti che manipolano la Chiesa dall’interno. In un contesto già segnato da profonde divisioni, le sue parole rischiano di alimentare ulteriormente tensioni tra il Vaticano e alcuni ambienti cattolici tradizionalisti.

Il monito sul prossimo Conclave

Uno degli aspetti più inquietanti dell’intervento di Viganò riguarda il futuro della Chiesa dopo la possibile scomparsa di Papa Francesco. L’ex arcivescovo ha infatti rivolto un accorato appello ai cardinali, invitandoli a impedire che la “gerarchia progressista” possa insediare un successore in linea con il pontificato di Bergoglio.

“Occorre impedire che un altro usurpatore salga sul Soglio di Pietro”, ha affermato, parlando di una vera e propria “occupazione” della Chiesa cattolica da parte di forze corrotte e traditrici, il cui scopo sarebbe la distruzione dall’interno dell’istituzione religiosa. Secondo Viganò, prima di “piantare l’ultimo chiodo sulla bara di Bergoglio”, bisognerebbe fare chiarezza sull’elezione del Papa e sulla direzione intrapresa dalla Chiesa negli ultimi anni.

Reazioni e conseguenze delle parole di Viganò

Le dichiarazioni di Carlo Maria Viganò hanno suscitato reazioni contrastanti. Da un lato, i settori più conservatori della Chiesa hanno accolto con favore le sue parole, vedendo in lui un difensore della tradizione e della dottrina cattolica più rigida. Dall’altro, il Vaticano e gran parte della comunità ecclesiastica hanno respinto le sue affermazioni, considerandole irresponsabili e pericolose.

Molti fedeli hanno espresso indignazione per il tempismo delle sue dichiarazioni, che arrivano in un momento di grande difficoltà per il Papa e per la Chiesa nel suo complesso. “In un momento così delicato, queste parole sono del tutto fuori luogo”, ha commentato un alto prelato sotto anonimato. “La Chiesa ha bisogno di unità e preghiera, non di ulteriori divisioni e attacchi gratuiti”.

Il profilo controverso di Monsignor Viganò

Carlo Maria Viganò non è nuovo a dichiarazioni esplosive. Già in passato aveva attaccato frontalmente Papa Francesco, accusandolo di essere complice nella gestione di scandali legati agli abusi sessuali all’interno della Chiesa. Nel 2018, aveva chiesto apertamente le dimissioni del Pontefice, sostenendo che Bergoglio fosse stato a conoscenza delle accuse contro l’ex cardinale Theodore McCarrick senza aver preso provvedimenti.

Queste prese di posizione hanno portato la Santa Sede a isolarlo progressivamente, fino alla sua scomunica, decretata per il suo rifiuto di riconoscere la legittimità del Papa e del Concilio Vaticano II. Nonostante ciò, continua a godere di un certo seguito tra i cattolici più tradizionalisti, che vedono in lui un baluardo contro la modernizzazione della Chiesa.

Il futuro della Chiesa dopo Papa Francesco

L’attuale crisi di salute di Papa Francesco e le speculazioni su un possibile conclave stanno alimentando numerosi interrogativi sul futuro della Chiesa cattolica. Se da un lato esiste una corrente progressista che vorrebbe proseguire sulla strada tracciata da Bergoglio, dall’altro vi sono forti resistenze da parte di coloro che vorrebbero un ritorno a una linea più tradizionale.

Le parole di Viganò si inseriscono in questo contesto di scontro interno, cercando di influenzare il dibattito e mobilitare i cardinali contrari alla linea riformista. Tuttavia, il rischio è che tali dichiarazioni contribuiscano solo ad aumentare le tensioni, minando ulteriormente l’unità della Chiesa in un momento già critico.

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