La Global Sumud Flotilla: un viaggio verso Gaza tra tensioni e dibattiti accesi
La Global Sumud Flotilla sta proseguendo il suo viaggio verso Gaza, nonostante le minacce provenienti da Israele e il clima di tensione che circonda questa missione. Nella tarda mattinata di mercoledì, le imbarcazioni hanno raggiunto un punto a circa 130-135 miglia nautiche dalla costa, entrando ufficialmente nella cosiddetta zona di rischio. Gli attivisti a bordo hanno comunicato di non aver ricevuto alcun segnale di arresto, ma sono consapevoli che nel corso della giornata potrebbero verificarsi tentativi di avvicinamento o addirittura di abbordaggio da parte della marina israeliana.
Il dibattito in diretta con Bruno Vespa
Uno dei momenti più accesi della giornata è stato il dibattito tra Tony La Piccirella, attivista a bordo della barca Alma, e il noto conduttore televisivo Bruno Vespa, durante la trasmissione “Porta a Porta”. La Piccirella ha espresso forti critiche nei confronti del governo italiano, accusandolo di immobilismo e di non aver proposto neanche un embargo sulla vendita di armi a Israele, un Paese che, secondo lui, sta commettendo un genocidio da tre anni. “Chi sta al governo ed è alleato di Israele ci ha dato degli irresponsabili e non ha proposto neanche un embargo alla consegna di armi a un Paese che commette un genocidio da tre anni. Non è accettabile”, ha dichiarato La Piccirella, evidenziando la gravità della situazione.
La risposta di Bruno Vespa
Vespa non ha esitato a rispondere alle affermazioni dell’attivista, portando alla luce la questione dell’affidamento degli aiuti umanitari al patriarca Pierbattista Pizzaballa. “Vi fidate di Pizzaballa? Sì? Perché non gli date gli aiuti allora? Quelle sono persone serie, hanno detto che avrebbero portato i vostri aiuti ai poveracci di Gaza”, ha chiesto il conduttore. Questa proposta è stata prontamente respinta da La Piccirella, che ha chiarito che “lo scopo della missione è l’apertura di un canale diretto” con la popolazione di Gaza.
“I poveracci di Gaza”.
“Non ve ne fotte niente di dare gli aiuti alle persone”.Con una sfrontatezza inaccettabile Vespa aggredisce in diretta Tony La Piccirella, portavoce della Global Sumud Flotilla, disprezzando i gazawi e riducendo la missione a una sgradevole rogna per la… pic.twitter.com/rFdJMOZSDE
— Gisella Ruccia 🇵🇸 (@gisellaruccia) September 30, 2025
Le contraddizioni del dibattito
Il conduttore ha sottolineato quella che a suo avviso è una contraddizione: “A posto, allora potete dire che non ve ne fotte niente delle persone. Volevate aprire un canale diretto sapendo che Israele non ve l’avrebbe mai permesso”. La Piccirella ha ribattuto spiegando che l’operazione si basa sulla “mediazione degli altri Paesi”, confermando così l’intento politico e simbolico dell’iniziativa, piuttosto che la certezza di riuscire a consegnare fisicamente i beni umanitari.
La situazione a bordo delle imbarcazioni
Intanto, la tensione rimane alta a bordo delle imbarcazioni. Tra gli attivisti c’è anche il deputato del Partito Democratico, Arturo Scotto, il quale ha parlato di una “allerta permanente” e di un equipaggio “consapevole” dei rischi che stanno affrontando. Gli attivisti, pur essendo a conoscenza del fatto che il contatto con le forze israeliane è probabile e imminente, ribadiscono la loro intenzione di proseguire verso la Striscia di Gaza. Questo viaggio non è solo un gesto umanitario, ma rappresenta anche un principio politico: la volontà di stabilire un canale diretto, non mediato, con la popolazione di Gaza.
Il contesto politico e umanitario
La Flotilla riaccende un dibattito che si protrae da anni, mettendo in luce il contrasto tra il diritto alla solidarietà internazionale e la rigidità dei controlli israeliani. La questione umanitaria si intreccia con una lettura politica di un gesto che va oltre la semplice consegna di aiuti. La missione della Global Sumud Flotilla si colloca in un contesto complesso, dove le tensioni geopolitiche e le necessità umanitarie si scontrano, creando un terreno fertile per conflitti e incomprensioni.
Il rischio di un incidente diplomatico
Il rischio di un nuovo incidente diplomatico è concreto, e la situazione si fa sempre più delicata. Gli attivisti sono consapevoli delle conseguenze che potrebbero derivare dal loro tentativo di avvicinamento a Gaza, ma continuano a sostenere la loro causa. La Flotilla rappresenta non solo un atto di solidarietà, ma anche una sfida alle politiche restrittive di Israele, ponendo interrogativi sulla libertà di movimento e sull’accesso umanitario in una regione segnata da conflitti e tensioni.