mercoledì, Agosto 27

La rivoluzione silenziosa di Papa Leone XIV: verso l’era Prevost, Zuppi e Gambetti nel mirino

Leone XIV, secondo papa agostiniano della storia, sembra intenzionato a ridurre tale influenza per dare maggiore spazio ai suoi confratelli. Sotto osservazione c’è il cardinale Mauro Gambetti, Arciprete della Basilica di San Pietro, criticato per la gestione considerata troppo dimessa e per alcune libertà di stile e comportamento. Voci insistenti parlano di una sua possibile rimozione e di un futuro incarico in una diocesi italiana.

Già ridimensionato, invece, padre Enzo Fortunato, a cui Leone XIV ha tolto la presidenza del Pontificio Comitato per la Giornata Mondiale dei Bambini, organo creato da Francesco e ora inglobato nel Dicastero per i Laici. Una mossa che conferma la volontà di archiviare simboli e strutture del pontificato bergogliano.

Un pontificato imprevedibile

Il nuovo Papa appare meno espansivo di Francesco, ma più riservato e strategico. Non ama delegare temi di politica estera e mantiene il pieno controllo delle linee diplomatiche insieme al segretario di Stato Parolin. In questo senso, Leone XIV sta segnando una discontinuità netta: nessun margine per iniziative autonome di cardinali o vescovi, ma una gestione accentrata nelle mani del Pontefice.

Le prossime mosse

Se da Assisi già si fanno sentire voci contrarie a un ritorno di Gambetti, a Roma cresce la consapevolezza che il nuovo Papa abbia in mente una riorganizzazione profonda degli equilibri interni. La canonizzazione di Carlo Acutis, prevista per il 7 settembre, sarà la prima grande occasione pubblica per osservare il nuovo stile di Leone XIV. Un pontificato che, al di là della mitezza apparente, si annuncia deciso e rivoluzionario.

Continua a leggere per scoprire maggiori dettagli.