Senza mai dirlo apertamente, molti esponenti dem mettono in dubbio la tenuta politica di Schlein. Si torna così a parlare della figura del “federatore”, un nuovo Romano Prodi in grado di unire le anime del centrosinistra. Ma per Pierluigi Bersani prima di cercare il volto serve costruire un progetto serio: «Prima il programma, poi il nome viene».
Il progetto “Più Uno” di Ernesto Maria Ruffini
Intanto, Ernesto Maria Ruffini – ex direttore dell’Agenzia delle Entrate – ha lanciato “Più Uno”, un’iniziativa civica che prende il nome dal suo libro. L’obiettivo? Riunire l’area moderata e riformista che non si riconosce nella linea Schlein. «Ripartiamo dalle persone, non dai partiti», ha dichiarato Ruffini, ricordando la sua esperienza nei comitati per l’Ulivo.
Il sostegno dei riformisti e il nodo M5S
Goffredo Bettini
e Roberto Morassut sostengono apertamente l’idea di una “tenda dei moderati”, una nuova alleanza di governo che guardi oltre l’attuale segreteria. Morassut avverte: «Esistono forze liberali e cattolico-democratiche fuori dal Pd, ma pronte a dialogare». Nel frattempo, resta alta la tensione con il Movimento 5 Stelle: Chiara Appendino ha criticato duramente la gestione del referendum e la “propaganda ideologica” del Pd su temi come la cittadinanza.
Emiliano, Decaro e il futuro congresso
Nel partito si fanno anche nomi concreti: se dovesse essere reinserita la possibilità del terzo mandato alle Regionali, Michele Emiliano potrebbe ricandidarsi in Puglia. Questo scenario libererebbe Antonio Decaro, oggi in pole come possibile sfidante di Schlein in un congresso anticipato.
Una “scialuppa” per cambiare rotta
I comitati “Più Uno”, lanciati da Ruffini, sono solo il primo segnale di una riorganizzazione silenziosa ma determinata dell’area moderata del centrosinistra. L’intento è chiaro: costruire un’alternativa a Schlein senza dichiarare guerra aperta, ma con l’ambizione di riconquistare il centro dell’elettorato. Il tempo stringe e le Europee 2026 si avvicinano. Chi guiderà l’opposizione a Meloni?