martedì, Marzo 4

“Prendo 4.098 euro di vitalizio e non ci rinuncio”: bufera sulla famosa ex deputata

Un atteggiamento sarcastico e infastidito che ha suscitato l’indignazione del pubblico e alimentato il dibattito sulla legittimità di questi privilegi. Per molti cittadini, infatti, tali indennità rappresentano un’ingiustizia sociale, soprattutto in un periodo di crisi economica.

Mauro Amicone e Giuseppe Tagliente: la difesa del vitalizio

Stefania Pezzopane non è stata l’unica ex politica interpellata sull’argomento. Anche Mauro Amicone, ex consigliere regionale, ha espresso un’opinione netta sulla questione, difendendo il proprio vitalizio. Amicone percepisce una somma lorda di 5.000 euro al mese, a cui si aggiunge la pensione. Con l’ultimo adeguamento, ha ricevuto un aumento di 800 euro mensili.

Quando la giornalista gli ha chiesto se ritenesse giusto questo incremento, Amicone ha replicato senza esitazione: “È sicuramente un privilegio. Prendo cinquemila euro lorde, più la pensione. Lei parla di un aumento per me di 800 euro, ma sono lorde, lei guardi al netto. Per me non va toccato, abbassato né ridimensionato. Lei ci rinuncerebbe allo stipendio?”.

Una risposta che ha evidenziato come i beneficiari di questi vitalizi non abbiano alcuna intenzione di rinunciare ai loro privilegi, considerandoli diritti acquisiti e intoccabili.

Un’altra figura interpellata è stata Giuseppe Tagliente, ex presidente del Consiglio regionale d’Abruzzo. Il suo vitalizio è tra i più alti, raggiungendo quasi 6.000 euro al mese, con un aumento di 854 euro mensili. Anche lui, come gli altri, ha preferito evitare di approfondire il discorso, rispondendo in maniera evasiva: “È un calcolo matematico, chieda agli uffici. Mi consenta di non rispondere, grazie”.

L’unica voce fuori dal coro: Mario Panunzi

Se la maggior parte degli ex politici contattati ha difeso con fermezza il proprio vitalizio, una dichiarazione più riflessiva è arrivata da Mario Panunzi, ex consigliere regionale. Anche lui beneficia di un assegno mensile considerevole, pari a circa 4.750 euro lordi, con un incremento di 691 euro rispetto al 2022. Tuttavia, a differenza degli altri, ha mostrato un minimo di autocritica: “Cosa vuole che le dica, che è ingiusto? Io prendo atto che ci sia un’incidenza eccessiva di protezione dei politici”.

Una dichiarazione che, pur non rappresentando una rinuncia concreta, dimostra almeno una consapevolezza del problema. Tuttavia, nessuno dei politici intervistati ha accennato alla possibilità di rinunciare a parte del proprio vitalizio in segno di solidarietà con i cittadini in difficoltà.

L’indignazione pubblica e il dibattito politico

Le dichiarazioni raccolte da “Fuori dal Coro” hanno acceso un acceso dibattito non solo tra i telespettatori, ma anche nell’opinione pubblica e nelle istituzioni. Il tema dei vitalizi d’oro è da anni al centro di polemiche, con molte voci che chiedono una revisione del sistema per eliminare o almeno ridimensionare questi privilegi.

Mentre milioni di italiani devono fare i conti con pensioni minime e stipendi bassi, gli ex politici continuano a beneficiare di assegni elevati, giustificati da norme che molti ritengono obsolete e ingiuste. Il caso abruzzese è solo l’ultimo esempio di una questione nazionale che necessita di una riforma seria e strutturata.

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