“Pronti a mandare i figli in guerra”: l’allarme del Regno Unito che fa tremare l’Europa

L’ombra della guerra torna ad allungarsi sull’Europa e questa volta l’allarme arriva da Londra. Le parole pronunciate dal Capo di Stato maggiore della Difesa britannico, Richard Knighton, hanno scosso l’opinione pubblica del Regno Unito e non solo, evocando uno scenario che fino a pochi anni fa sembrava impensabile.

Secondo il generale, le famiglie britanniche devono essere psicologicamente e materialmente pronte all’eventualità di mandare i propri figli e le proprie figlie in guerra, in un possibile conflitto diretto con la Russia. Una possibilità che, pur restando remota, non può più essere esclusa.

L’avvertimento che scuote Londra

L’intervento di Knighton è avvenuto durante un incontro al Royal United Services Institute di Westminster, uno dei più importanti centri di analisi strategica del Regno Unito. Davanti a una platea di esperti e funzionari, il generale ha chiarito che la probabilità di un attacco diretto sul suolo britannico resta bassa, ma «non è pari a zero».

Un’affermazione che segna un cambio di tono netto rispetto al passato e che introduce apertamente il concetto di sacrificio collettivo. Non si tratta più solo di difesa militare, ma di preparazione dell’intera società a uno scenario di crisi prolungata.

Una minaccia che va oltre il campo di battaglia

Secondo il Capo di Stato maggiore della Difesa, il Regno Unito è già oggi sotto pressione costante. Knighton ha parlato di «attacchi informatici continui» attribuiti alla Russia e di operazioni di sabotaggio condotte da agenti russi, arrivando ad affermare che Mosca avrebbe già «ucciso sulle nostre coste».

Si tratta di azioni che non configurano un’invasione militare tradizionale, ma che rientrano in una strategia di guerra ibrida, sempre più sofisticata e difficile da contrastare.

La Russia e il timore di un conflitto su larga scala

Le parole di Knighton si inseriscono in un clima internazionale già fortemente deteriorato. Solo pochi giorni prima, il segretario generale della NATO Mark Rutte aveva avvertito che l’Europa potrebbe diventare il prossimo obiettivo di Vladimir Putin, invitando gli Stati membri ad adottare una vera e propria «mentalità da tempo di guerra».

Secondo Londra, l’esercito russo sta aumentando rapidamente la propria capacità militare, grazie a una crescita significativa della spesa per la difesa e all’esperienza maturata sul campo in Ucraina. Una forza descritta come «imponente, tecnologicamente avanzata e con una reale esperienza di combattimento».

“Siamo già sul piede di guerra”

Il messaggio lanciato da Knighton è stato rafforzato dalle dichiarazioni del ministro delle Forze armate, Al Carns, che ha parlato apertamente di un Paese già «sul piede di guerra». Secondo Carns, un eventuale conflitto futuro potrebbe essere «più grande e sanguinoso di qualsiasi cosa abbiamo vissuto negli ultimi decenni».

Una prospettiva che ribalta la percezione di sicurezza che ha accompagnato l’Europa occidentale dalla fine della Guerra fredda.

La resilienza nazionale come chiave della difesa

Per Knighton, la risposta a questa minaccia non può essere affidata esclusivamente alle forze armate. Serve uno sforzo collettivo che coinvolga l’intera società. Il concetto centrale è quello di “resilienza nazionale”, ovvero la capacità del Paese di continuare a funzionare anche sotto attacco.

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