mercoledì, Giugno 4

Renzi choc, duro attacco al Pd: cosa succede

E aggiunge: “Il problema è che ormai nessuno si prende più la briga di leggere i testi dei quesiti. Si vota sull’onda delle emozioni, senza capire davvero cosa si sta abrogando o modificando”.

La Russa e il diritto all’astensione

Renzi ha anche commentato le polemiche sorte attorno a Ignazio La Russa, presidente del Senato, per le sue dichiarazioni a favore dell’astensione. “La Russa è spesso inopportuno, interpreta un ruolo istituzionale in maniera discutibile. Ma ha detto una cosa vera: astenersi è un diritto”.

Renzi coglie l’occasione per ricordare che anche il centrosinistra ha utilizzato lo strumento dell’astensione in passato per orientare l’esito di referendum. “Nel 2016, quando ero segretario del PD, ho sostenuto l’astensione al referendum sulle trivelle. E nel 2003 furono i Democratici di Sinistra a fare lo stesso contro le proposte di Bertinotti. È una prassi consolidata nella nostra politica”.

Il Pd ha abbandonato la linea riformista

Uno dei passaggi più critici dell’intervista riguarda l’evoluzione del Partito Democratico sotto la guida di Elly Schlein. Renzi denuncia apertamente quello che definisce un tradimento della vocazione riformista del partito. “Il PD di oggi ha rinnegato la sua anima riformista. Schlein ha chiarito che le politiche della terza via, quelle ispirate a Blair o a Clinton, non hanno più spazio”.

L’ex premier punta il dito contro l’incoerenza di alcuni esponenti dem che oggi appoggiano il referendum abrogativo del Jobs Act, dopo aver contribuito ad approvarlo. “Che credibilità può avere chi ha sostenuto il Jobs Act e ora vuole cancellarlo? Cosa dicono Orlando o Franceschini? C’erano anche loro nel mio governo. Serracchiani e Madia lavoravano su quelle riforme. Ora fanno finta di nulla?”.

Un attacco frontale a Giorgia Meloni

Non manca, naturalmente, un duro attacco al governo in carica. Renzi descrive un’Italia in seria difficoltà economica e sociale: “La produzione industriale è negativa da oltre due anni, i salari sono fermi, le pensioni non crescono e sempre più famiglie si rivolgono alla Caritas per sopravvivere”.

Secondo Renzi, il governo Meloni è incapace di offrire risposte concrete. “La premier vive in una bolla. Dice che va tutto bene, ma la realtà è un’altra. Anche in politica estera stiamo pagando scelte scellerate: ci siamo isolati in Europa per rincorrere Trump e i suoi dazi”.

Renzi definisce la leadership della Meloni “né carne né pesce”, e sottolinea come, in un momento storico così delicato, l’Italia avrebbe bisogno di una guida forte e credibile, che invece, a suo avviso, manca completamente.

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