martedì, Giugno 10

Celentano: “Serve il pareggio nel tennis!”: Bertolucci replica

Sul fondo del dibattito aleggia la fatica di Jannik Sinner. L’italiano è uscito sconfitto dopo 5 ore e mezza di scambi ad altissima intensità, terza finale Slam consecutiva, ottava complessiva in pochi mesi. «La delusione è ancora lì», confida Bertolucci, «ma sull’erba può rifarsi presto». Per l’opinionista, introdurre il pareggio priverebbe proprio atleti come Jannik della chance di trasformare l’agonismo in leggenda.

L’eterna sfida tra tradizione e innovazione

Il tennis non è nuovo a rivoluzioni: tie‑break al quinto, super‑tie al doppio misto, shot clock tra i punti. Ma un pareggio formale sconvolgerebbe oltre due secoli di storia. Gli “storici” temono la diluizione del pathos; i fautori dell’idea vedono maggior sostenibilità mediatica e fisica. Dove collocarsi? E se la proposta fosse solo una provocazione per far riflettere sul calendario sempre più fitto?

Italiani e francesi: ironie e frecciate in onda

Bertolucci coglie l’occasione per stuzzicare i cugini d’Oltralpe: «In Francia amano il dramma, ma quando un italiano sfiora la Coppa dei Moschettieri iniziano a fischiare». Una battuta che accende i ricordi del tifo “caldo” visto in finale. Lo scontro dialettico prosegue tra ammiccamenti culturali e difesa dell’identità sportiva, con il pubblico radio che si divide tra romanticismo puro e voglia di format televisivamente più snelli.

Verso l’erba: il dibattito continua

Sinner, intanto, stacca la spina per qualche giorno prima di tuffarsi nell’erba di Halle e poi a Wimbledon. Sul web già si commenta la sortita di Celentano: cosa accadrebbe se una semi sul Centre Court finisse “X” dopo quattro ore e un quarto? Il solo immaginarlo basta a far storcere il naso ai puristi. E voi, sareste disposti a sacrificare l’epica di una maratona per un pugno di minuti in meno di tensione?

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