Nel quartier generale del centrosinistra, allestito alla Casa della Cultura in via Forlanini, si respira ottimismo. Presenti il segretario regionale del Pd Emiliano Fossi e il deputato Marco Furfaro. “È una conferma importante per la Toscana e per il campo progressista”, ha dichiarato uno dei coordinatori locali.
Tomasi e Meloni: “Non è finita”
Nel fronte opposto, il candidato del centrodestra Alessandro Tomasi segue lo spoglio con la famiglia a Pistoia, prima di raggiungere Firenze. Il messaggio della premier Giorgia Meloni durante la chiusura della campagna resta simbolico: “La Toscana può ancora sorprenderci. Non esistono territori blindati quando la gente vuole cambiare”.
Rispetto al 2020, quando Giani vinse con il 48,6% dei voti e Susanna Ceccardi si fermò al 40,4%, l’attuale vantaggio appare ancora più solido. Ma il crollo dell’affluenza, scesa al 35,7%, pesa come un monito per tutte le forze politiche.
Una vittoria simbolica per il centrosinistra
Per il Pd e i suoi alleati, un successo in Toscana significherebbe la tenuta del “campo largo” dopo le sconfitte in Marche e Calabria. “Questo risultato rafforza il fronte progressista e ci dà fiducia per le prossime sfide”, ha commentato un esponente dem a caldo.
Con la Toscana si chiude la tornata elettorale prima dell’election day di novembre, quando si voterà in Puglia, Campania e Veneto. Ma, al di là del risultato, il messaggio politico è chiaro: la roccaforte rossa regge ancora.