Quest’anno potrebbe lasciare il carcere grazie alla richiesta di affidamento in prova, un’opportunità che gli consentirebbe di scontare l’ultima parte della pena al di fuori dell’istituto penitenziario.
Il ricorso respinto dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo
A febbraio 2024, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha respinto il ricorso presentato da Alberto Stasi contro la sua condanna. Il tentativo dell’ex studente di ottenere un riesame del caso a livello internazionale non ha avuto successo, confermando così la sentenza definitiva che lo ha ritenuto colpevole dell’omicidio di Chiara Poggi.
Chi è Alberto Stasi?
Nato il 6 luglio 1983 a Sesto San Giovanni, in provincia di Milano, Alberto Stasi era considerato un brillante studente di Economia. All’epoca dell’omicidio, aveva 24 anni e una relazione stabile con Chiara Poggi, una giovane di Garlasco con cui condivideva momenti sereni, almeno in apparenza. La loro storia d’amore è stata tragicamente interrotta il 13 agosto 2007, quando Chiara venne brutalmente uccisa nella sua abitazione.
Dall’omicidio alla condanna definitiva
L’omicidio di Chiara Poggi ha rappresentato uno dei casi di cronaca nera più seguiti in Italia. La vicenda giudiziaria si è protratta per oltre otto anni, con ben cinque processi e sentenze contrastanti.
In un primo momento, Stasi venne assolto sia nel 2009 che nel 2011, ma nel 2015 la Cassazione ribaltò il verdetto, condannandolo in via definitiva a 16 anni di reclusione. La condanna ha incluso una riduzione di un terzo della pena, poiché il processo si è svolto con rito abbreviato.
Le prospettive di scarcerazione
Nel corso della sua detenzione, Alberto Stasi ha mantenuto una condotta impeccabile, elemento che gli ha permesso di beneficiare di alcune agevolazioni. Secondo le normative italiane, un detenuto con buona condotta può ottenere una riduzione di 45 giorni ogni sei mesi di pena scontata.
Se la richiesta di affidamento in prova verrà accolta, Stasi potrà lasciare il carcere nel 2025, scontando la parte residua della pena in regime alternativo. In caso contrario, il suo fine pena naturale è previsto per il 2040, ma con gli sconti maturati potrebbe anticipare l’uscita al 2028.
Il lavoro di Alberto Stasi oggi
Attualmente, Stasi ha 41 anni e svolge la professione di contabile presso un’azienda. Gli è stato concesso di uscire ogni giorno dal carcere di Bollate (Milano) per recarsi al lavoro, facendo rientro alla struttura penitenziaria in serata.
Come parte delle condizioni imposte dal tribunale, si è impegnato a versare una quota del proprio stipendio alla famiglia Poggi, corrispondente ad almeno 9.000 euro all’anno. Questo pagamento rappresenta una forma di risarcimento, anche se non allevia il dolore dei familiari di Chiara, che da anni combattono per ottenere giustizia.
Le possibili evoluzioni del caso
Negli anni, il caso di Chiara Poggi ha visto anche altre piste investigative. Una delle più discusse ha riguardato Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, che era stato indagato ma poi scagionato definitivamente. Nonostante questi sviluppi, per la giustizia italiana non ci sono dubbi: l’unico responsabile dell’omicidio resta Alberto Stasi.