Lo stop improvviso di Jannik Sinner nella finale del Masters 1000 di Cincinnati contro Carlos Alcaraz non ha solo un impatto sportivo. Secondo Pietro Bussotti, psicologo dello sport e coordinatore dell’area di Psicologia dello sport dell’Ordine degli psicologi dell’Umbria, si tratta di «una botta forte» che può generare senso di colpa, impotenza e frustrazione, soprattutto alla luce delle aspettative altissime per l’ennesimo capitolo della sfida con lo spagnolo.
«Colpa, impotenza, frustrazione: la discrepanza tra attese e realtà»
Per Bussotti, le scuse pubbliche di Sinner subito dopo il malore mostrano quanto il campione «si sia sentito in colpa con sé stesso e con gli altri». L’ampio scarto tra l’obiettivo della vigilia e le condizioni fisiche reali alimenta quella sensazione di impotenza che colpisce chi ha costruito la propria identità sulla capacità di competere e vincere.
L’identità professionale e la paura di «non essere affidabile»
Il rischio psicologico, spiega l’esperto, è che scatti la paura di non essere affidabile “verso sé stessi e verso il pubblico”. Non è il ritiro in sé ad attaccare l’identità professionale, quanto il doverlo riconoscere e comunicarlo, come accaduto con il «non riesco a muovermi» pronunciato in campo.
Dal rifiuto all’accettazione: un «sollievo umanissimo»
Bussotti osserva che Sinner, pur debilitato, ha provato a scendere in campo per senso del dovere e pressione interna. Il momento della resa può avere portato anche un «sollievo umanissimo»: accettare di fermarsi quando non si riesce più a farcela.
Il pensiero che torna: «E se ricapitasse?»
Dopo uno stop così, è plausibile – continua lo psicologo – che prevalga il timore che episodi analoghi possano ripetersi. Riconoscerlo, normalizzarlo e lavorarci con il team è parte del percorso di resilienza dell’atleta d’élite.
L’abbraccio di Alcaraz e la forza della comunità sportiva
Il gesto di Alcaraz che corre verso Sinner per consolarlo «rafforza il senso di appartenenza a una comunità sportiva che ha tra i valori la resilienza»: un segnale importante per rielaborare l’accaduto e ripartire con strumenti mentali ancora più solidi.