giovedì, Novembre 6

Sigarette, proposta shock: aumento di 5 euro a pacchetto in Italia. Ecco cosa cambierebbe

Un fronte compatto di fondazioni scientifiche italiane – AIOM, AIRC, Fondazione Veronesi e Fondazione AIOM – ha lanciato una proposta di legge d’iniziativa popolare destinata a far discutere: aumentare di 5 euro il prezzo di ogni pacchetto di sigarette e di tutti i prodotti da fumo, compresi e-cig e tabacco riscaldato.

L’obiettivo dichiarato è duplice: ridurre il numero dei fumatori e rafforzare le risorse del Servizio sanitario nazionale. Secondo i promotori, infatti, l’aumento dei prezzi è la strategia più efficace per far calare i consumi, seguendo il modello già adottato in diversi Paesi europei.

“Una tassa che salva vite”: gli oncologi spiegano perché

La proposta è stata presentata in Senato alla vigilia del congresso nazionale degli oncologi. Le fondazioni puntano a raccogliere almeno 50.000 firme entro la primavera per portare il testo in Parlamento.

«Il tabagismo resta una delle principali cause di cancro e malattie croniche», spiegano. «Un aumento di 5 euro ridurrebbe il consumo del 37% secondo le nostre stime».

Gli oncologi ricordano che il fumo in Italia provoca ogni anno 93 mila morti e genera un costo complessivo di 24 miliardi di euro tra spese sanitarie e produttività persa. «Ogni euro investito nella prevenzione», sottolineano, «è un risparmio enorme in cure future».

Le esperienze europee: cosa succede dove le sigarette costano oltre 10 euro

La proposta prende esempio da Paesi come Francia e Irlanda, dove il prezzo medio di un pacchetto supera ormai i 10 euro. In questi Stati la percentuale di fumatori è calata sensibilmente negli ultimi anni, con benefici diretti su ricoveri, tumori e malattie cardiovascolari.

«L’Italia è indietro» afferma Maria Sofia Cattaruzza, docente di Sanità Pubblica. «Ma può recuperare con una misura coraggiosa e di grande responsabilità collettiva».

Una battaglia bipartisan: “Non è ideologia, è salute pubblica”

I promotori puntano a un sostegno trasversale, come già avvenuto con la legge sul diritto all’oblio oncologico. «Questa non è una battaglia ideologica», ribadiscono. «È una scelta per tutelare la salute e il futuro dei giovani».

Nei prossimi mesi inizierà la raccolta firme su tutto il territorio nazionale, con medici e volontari coinvolti direttamente per spiegare l’impatto della misura e raccogliere adesioni.

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