venerdì, Luglio 4

“L’ha mangiata, poi la disgrazia”: shock anafilattico per una 14enne in vacanza

Tragedia sfiorata per una 14enne in vacanza: shock anafilattico dopo una merendina

Una tranquilla serata ad Altidona, nelle Marche, si è trasformata in un incubo per una famiglia in vacanza. Una ragazza di 14 anni ha rischiato la vita dopo aver mangiato una merendina contenente tracce di frutta secca, verso cui è allergica. La reazione è stata immediata e violenta: rossore diffuso, respiro affannoso, gonfiore al viso.

Nel panico, la zia della ragazza ha chiamato il 118 di Ascoli Piceno. I mezzi erano però impegnati in altre emergenze. L’attesa, in quei momenti critici, è diventata insostenibile.

La chiamata che ha fatto la differenza: la zia guidata dagli infermieri

Mentre la Potes di San Benedetto del Tronto si attivava per raggiungere la località, la centrale operativa del 118 ha reagito con prontezza. Tre infermieri esperti, attraverso il vivavoce, hanno guidato la zia passo dopo passo nella somministrazione del farmaco salvavita che la ragazza portava con sé.

Si è trattato di un intervento di tele-medicina d’urgenza, eseguito a distanza ma con precisione chirurgica. Le istruzioni, chiare e tempestive, hanno permesso alla donna di effettuare l’iniezione correttamente, arginando la crisi anafilattica.

Il soccorso sul posto e il trasferimento in ospedale

Pochi minuti dopo, l’equipaggio della Potes è arrivato e ha completato il trattamento con antistaminici e cortisone. La ragazza è stata trasferita al Pronto Soccorso di San Benedetto del Tronto per accertamenti e oggi è fuori pericolo.

Un intervento che ha evitato il peggio grazie alla collaborazione perfetta tra infermieri e familiari, dimostrando che il 118 non è solo un numero, ma una rete umana e professionale capace di agire anche a distanza.

Un esempio di competenza, sangue freddo e amore

Questa vicenda non è solo il racconto di un’emergenza gestita con successo, ma un esempio di prontezza e umanità. I veri protagonisti sono stati gli operatori del 118, che con lucidità hanno guidato ogni gesto, e la zia della giovane, che ha trasformato la paura in azione salvifica.

“Quando ogni secondo conta, il coraggio può salvare una vita”: questa storia ne è la prova concreta.

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