La finale che tutti attendevano è durata appena ventitré minuti. In campo c’erano Carlos Alcaraz, brillante e aggressivo, e un Jannik Sinner irriconoscibile: lento, pallido, inchiodato dai sintomi di un malessere arrivato alla vigilia.
La partita che non è mai iniziata
Al via Alcaraz strappa subito il servizio a zero. Sinner mette il suo primo punto soltanto al sesto scambio, ma è un lampo che non cambia l’inerzia. Il n.2 del mondo consolida, piazza un secondo break, vola 3-0, poi 4-0 con un ace e infine 5-0 con il terzo strappo. Jannik tocca il fianco sinistro, cerca aria, non reagisce agli stimoli.
Al cambio campo chiama medico e fisioterapista. Con voce bassa ammette: «Scusatemi, mi sento troppo male, non riesco a muovermi…». È ritiro. Alcaraz lo abbraccia e prova a rincuorarlo. La 14ª sfida tra i due, di fatto, non decolla.