La frase che ha scatenato la bufera
Nuovo caso diplomatico tra Italia e Francia. A innescare la tensione sono state le dichiarazioni di Matteo Salvini, che ha ironizzato sulla proposta del presidente francese Emmanuel Macron di inviare truppe in Ucraina. “A Milano si direbbe: attaccati al tram. Vacci tu se vuoi. Ti metti il caschetto, il giubbetto, il fucile e vai in Ucraina”, ha detto il leader della Lega e vicepresidente del Consiglio, provocando la dura reazione di Parigi.
La convocazione dell’ambasciatrice italiana
Le parole di Salvini non sono passate inosservate. Giovedì la Francia ha convocato l’ambasciatrice italiana a Parigi, Emanuela D’Alessandro, definendo le frasi del ministro “inaccettabili”. Secondo quanto riferito da fonti diplomatiche all’Afp, è stato ricordato all’ambasciatrice che “queste dichiarazioni vanno contro il clima di fiducia e le relazioni storiche tra i nostri due Paesi, ma anche contro i recenti sviluppi bilaterali, che hanno evidenziato forti convergenze, in particolare sul sostegno all’Ucraina”.
L’attacco di Salvini a Macron
Il ministro delle Infrastrutture aveva pronunciato la frase incriminata lo scorso 20 agosto. Nel suo intervento, Salvini aveva deriso le iniziative del presidente francese, definendole “macronate”, e aveva sottolineato come, a suo parere, siano ormai “superate” le ipotesi di eserciti europei, riarmi e debiti comuni per acquistare armamenti. “Trump – ha aggiunto Salvini – con i suoi modi che a volte possono sembrare bruschi o irrituali, sta riuscendo laddove hanno fallito tutti gli altri: rimettere a un tavolo Putin e Zelensky”.
Le conseguenze sul fronte diplomatico
Le affermazioni del leader leghista hanno rischiato di incrinare un rapporto che, negli ultimi mesi, sembrava avviato su un percorso di maggiore collaborazione tra Roma e Parigi. Il richiamo dell’ambasciatrice dimostra la volontà francese di ribadire l’importanza del rispetto reciproco e della coerenza nella linea comune di sostegno all’Ucraina. Una frattura che, almeno per ora, si consuma a livello politico, ma che lascia aperti interrogativi sugli equilibri futuri tra i due governi.