La polizia federale del Belgio ha sventato un piano di attentato contro il primo ministro Bart De Wever, leader del partito nazionalista fiammingo N-VA. L’operazione, coordinata da un giudice istruttore specializzato in terrorismo, ha portato all’arresto di tre persone e al sequestro di materiale esplosivo e componenti di un drone che sarebbe stato utilizzato per colpire il premier.
Il blitz antiterrorismo nel quartiere di Deurne
Le perquisizioni si sono svolte nel quartiere di Deurne, a pochi chilometri dalla residenza privata del primo ministro. In un’abitazione, gli inquirenti hanno rinvenuto un ordigno artigianale, detonatori e strumenti per la costruzione di esplosivi. Gli arresti sono stati eseguiti dalle unità speciali antiterrorismo, con il supporto dei reparti antiesplosivo e di intelligence.
Secondo le prime ricostruzioni, il gruppo stava pianificando un’azione coordinata per colpire De Wever durante un evento pubblico. Le autorità non escludono che i sospettati avessero legami con cellule radicali già monitorate dai servizi segreti belgi e olandesi.
I fermati: due ventenni e un minorenne
I tre arrestati sono due giovani nati nel 2001 e nel 2002 e un ragazzo di 17 anni. Le accuse a loro carico sono pesantissime: tentato omicidio terroristico e partecipazione a organizzazione terroristica. Quattro abitazioni sono state perquisite ad Anversa, con il ritrovamento di materiali esplosivi e manuali di fabbricazione di ordigni improvvisati.
Il padre del minorenne, intervistato dai media locali, ha confermato che la perquisizione in casa ha portato al sequestro di un “pacco sospetto”. Gli investigatori stanno ora cercando di ricostruire i contatti internazionali del gruppo e i possibili collegamenti con movimenti estremisti attivi sul web.