mercoledì, Ottobre 29

Caso Report, anche Repubblica bacchetta Ranucci: “Ha sbagliato, il Garante della Privacy ha ragione”

Una critica inaspettata, e proprio da sinistra. In un articolo pubblicato su Repubblica, l’ex senatore Luigi Manconi — volto storico del garantismo progressista — ha difeso apertamente il Garante della Privacy nella vicenda dell’audio privato trasmesso da Report tra Gennaro Sangiuliano e la moglie Federica Corsini. Un colpo di scena mediatico, perché la testata di riferimento per l’area progressista finisce per “bacchettare” Sigfrido Ranucci, riconoscendo la legittimità della sanzione inflitta alla Rai.

Una critica nascosta nel titolo ma netta nel contenuto

L’articolo, intitolato “Report, l’audio e il Garante”, sembrava inizialmente una difesa di Ranucci e una condanna per la visita di un membro dell’Autorità nella sede di Fratelli d’Italia. Ma, a leggere oltre il sommario, emerge una presa di posizione chiara: per Manconi, la multa del Garante alla Rai è giustificata e il principio della “indispensabilità dell’informazione” non è stato rispettato.

«Gli argomenti del Garante appaiono francamente condivisibili», scrive Manconi. «Il principio della indispensabilità della divulgazione ai fini dell’essenzialità dell’informazione non appare rispettato. I contenuti di quella telefonata risultano irrilevanti sotto il profilo penale e superflui per la completezza giornalistica».

“Una rivelazione della sfera intima, non di pubblico interesse”

L’editorialista di Repubblica sottolinea che la trasmissione dell’audio non aggiunge nulla alla conoscenza di fatti d’interesse pubblico. «Qui si ha esclusivamente la rivelazione di un interno familiare, della sfera intima di due persone unite dal vincolo coniugale e nella loro vulnerabilità. Che cosa aggiunge quella conversazione alla conoscenza di fatti di pubblico interesse?» si chiede Manconi, smontando così la difesa di Ranucci secondo cui il contenuto avrebbe avuto rilevanza informativa.

Un richiamo alla dignità e ai limiti del giornalismo d’inchiesta

L’ex parlamentare richiama persino l’articolo 15 della Costituzione sull’inviolabilità delle comunicazioni private, ricordando una storica sentenza della Corte costituzionale del 1991: «Ogni persona ha diritto a uno spazio vitale che la circonda e senza il quale non può esistere in armonia con la propria dignità umana». E conclude con un monito diretto: «Sarebbe bello che Ranucci e Report continuassero in piena indipendenza il loro lavoro, ma fossero i primi a rispettare quello spazio vitale che circonda la persona».

Un segnale politico e mediatico

L’intervento di Manconi arriva in un momento delicato per Sigfrido Ranucci, che nei giorni scorsi aveva ricevuto messaggi di solidarietà bipartisan dopo l’attentato contro la sua abitazione. Ma la critica di Repubblica segna una svolta: anche ambienti progressisti sembrano riconoscere che, nel caso dell’audio di Sangiuliano, i limiti del giornalismo d’inchiesta sono stati superati.

Un’analisi che, pur con toni pacati, rappresenta una “tirata d’orecchie” pesante per il conduttore di Report, fino ad oggi difeso quasi unanimemente dal fronte politico e mediatico di centrosinistra.

Continua a leggere per scoprire maggiori dettagli.