sabato, Novembre 8

Morte Vessicchio, Sanremo: il ricordo struggente di Carlo Conti, parole che toccano il cuore

Carlo Conti ricorda Peppe Vessicchio: “Un’istituzione della musica italiana, gli saremo sempre grati”

La notizia della morte improvvisa del Maestro Peppe Vessicchio, avvenuta l’8 novembre a causa di una
polmonite interstiziale, ha scosso profondamente il mondo della musica e dello spettacolo italiani. Colleghi, artisti e
professionisti della televisione hanno espresso cordoglio per uno dei direttori d’orchestra più amati dal pubblico. Tra le voci
più autorevoli si è unito anche Carlo Conti, che ha condiviso ricordi intensi e pieni di riconoscenza verso l’amico
e collega, compagno di tanti momenti sul palco del Festival di Sanremo e nello storico Zecchino d’Oro.

“Con lui se ne va un pezzo di Sanremo”: il cordoglio di Carlo Conti

In un ricordo affidato a Fanpage, Conti ha descritto Vessicchio come un simbolo indiscusso di Sanremo e
della musica italiana: “Con il maestro Vessicchio se ne va un altro grande protagonista del Festival di Sanremo e della
nostra musica. Il suo carisma, la sua professionalità e la sua immagine erano inconfondibili. Era diventato una vera istituzione”.
Parole che rispecchiano il sentimento collettivo: la sensazione di perdere non solo un musicista, ma un riferimento culturale che
ha accompagnato generazioni di ascoltatori.

Il conduttore, che si appresta a guidare nuovamente la kermesse, ha sottolineato come il Maestro incarnasse un mix raro di
autorevolezza e gentilezza, contribuendo all’identità del Festival come pochi altri protagonisti dietro le quinte.

Il legame nato all’Ariston e la magia della direzione d’orchestra

Carlo Conti e Peppe Vessicchio hanno collaborato in più edizioni del Festival di Sanremo, in particolare nel
2015 e nel 2016, entrambe condotte da Conti. In quei Festival, il Maestro ha diretto l’orchestra in momenti rimasti nel cuore
del pubblico, dimostrando la sua abilità nel leggere le esigenze degli artisti e nel valorizzarne la performance con arrangiamenti
misurati e pieni di sfumature.

Conti ha ricordato come la semplice presenza di Vessicchio trasmettesse tranquillità a chi stava per esibirsi: “Quando c’era lui,
si respirava una serenità particolare: sapevi di essere in mani sicure”. Il suo stile inconfondibile — la barba bianca, lo sguardo
concentrato, la bacchetta ferma — era diventato parte della scenografia emotiva dell’Ariston.

La collaborazione allo Zecchino d’Oro: competenza e cura del dettaglio

Oltre a Sanremo, i due hanno condiviso l’esperienza dello Zecchino d’Oro, dove Conti ha potuto apprezzare da vicino la
meticolosità del Maestro: “Ho avuto il privilegio di lavorare con lui anche allo Zecchino d’Oro: lì ho toccato con mano la sua
grande competenza musicale”. Vessicchio ha contribuito alla manifestazione come direttore artistico della commissione
selezionatrice
dei brani, garantendo qualità e coerenza musicale a una rassegna che educa all’ascolto sin da piccoli.

La stima reciproca tra i due è cresciuta nel tempo, alimentata da un dialogo professionale limpido e da una comune visione della
musica come artigianato nobile: attenzione alla melodia, rispetto per il testo, cura nelle dinamiche orchestrali.

Gli artisti diretti dal Maestro: da Patty Pravo a Francesca Michielin

Nel corso delle edizioni dirette da Conti, Vessicchio ha messo la sua firma su esibizioni di artisti appartenenti a generazioni e
linguaggi differenti. Nel 2016 ha diretto le performance delle Nuove Proposte Rakele e
Chanty, oltre a quella di Moreno, in gara tra i Big con Oggi ti parlo così, classificatosi al quindicesimo posto.

L’anno successivo, il suo ritorno all’Ariston fu salutato da un entusiasmo quasi “liberatorio”: il pubblico, abituato a
identificarlo con l’orchestra di Sanremo, attendeva il suo ingresso come un appuntamento irrinunciabile. In quella stagione
Vessicchio ha diretto, tra gli altri, Patty Pravo con Cieli immensi, Valerio Scanu con
Finalmente piove, Neffa, Francesca Michielin con Nessun grado di separazione (arrivata seconda) e
Elio e le Storie Tese con Vincere l’odio. Ogni brano, sotto la sua guida, trovava un equilibrio preciso tra intensità emotiva
e pulizia timbrica.

Ironia, calore umano e un’ultima apparizione da ospite

Nel 2017 Conti invitò Vessicchio come ospite speciale al Festival condotto insieme a Maria De Filippi. Il Maestro,
con la sua consueta ironia, scherzò: “Carlo mi ha chiesto: ‘Hai mai visto il Festival dalla prima fila?’”. Una battuta che racconta
bene il suo modo di prendersi sul serio solo quando serviva, regalando al pubblico leggerezza anche nei momenti più solenni.

Quell’apparizione rimase tra le più amate dai fan, che negli anni hanno trasformato il suo volto in icona pop, tra meme, citazioni
e richiami affettuosi: un segno di come la televisione, quando incontra la competenza, sappia creare legami emotivi duraturi.

Un lascito che va oltre il palcoscenico

Nel suo saluto a Fanpage, Carlo Conti ha concluso ricordando l’impatto del Maestro: “Non possiamo che essere grati per il grande
contributo che Vessicchio ha dato alla musica italiana e al successo di tanti artisti”. Il retaggio di Peppe Vessicchio va oltre
le partiture: è un modello di dedizione, ascolto e umiltà. Ha insegnato che il direttore d’orchestra non è solo il
garante del tempo, ma il custode dell’emozione, colui che tiene insieme voci, strumenti e sensibilità.

Le sue scelte, spesso misurate e mai ridondanti, hanno formato il gusto di chi lo ha seguito: pubblico, musicisti, giovani
autori. E la sua lezione continuerà a vivere nelle canzoni che ha valorizzato e nelle generazioni che ispirerà.

Peppe Vessicchio non è stato soltanto un direttore d’orchestra: è stato un punto di riferimento culturale, un volto familiare
per milioni di italiani e un Maestro nel senso più pieno del termine. Le parole di Carlo Conti restituiscono un ritratto
commosso ma lucido, fatto di stima e gratitudine. La musica italiana perde uno dei suoi pilastri più amati, ma il suo spirito,
la sua arte e il suo sorriso resteranno impressi nella memoria collettiva. Come ha detto Conti: “Dobbiamo essergli grati”.
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