domenica, Novembre 23

“Lui verso il Quirinale”: L’indiscrezione che agita la politica italiana

Il nome di Mario Draghi torna a circolare con insistenza nei corridoi della politica italiana. Secondo quanto riportato da Il Tempo, l’ex premier sarebbe di nuovo al centro delle manovre per il futuro del Quirinale, una partita che si riaprirà ufficialmente nel 2029 ma che, come sempre, inizia a muovere i primi passi con largo anticipo.

Draghi, il “successore naturale” di Mattarella?

L’ipotesi si fa strada grazie ai movimenti di parlamentari, esponenti centristi e personalità del mondo cattolico-democristiano che vedono in Draghi un profilo istituzionale di altissimo livello, in grado di ricompattare un fronte moderato oggi frammentato.

Con Sergio Mattarella fuori dai giochi — il terzo mandato è escluso — il panorama politico cerca un nome che unisca credibilità internazionale e consenso trasversale. E per molti Draghi resta il candidato più autorevole che l’Italia possa esprimere.

Le manovre sotterranee: centro, Bruxelles e mondo cattolico

L’ex presidente del Consiglio, spiegano le fonti citate dal quotidiano, non avrebbe intenzione di esporsi in prima persona. Tuttavia, il suo ruolo di “regista silenzioso” sarebbe fondamentale per ricostruire un centro politico competitivo dopo anni di smottamenti.

Tra le figure coinvolte in questa operazione ci sarebbero:

  • Ernesto Maria Ruffini
  • Luigi Di Maio, oggi emissario Ue nel Golfo
  • Bruno Tabacci, incaricato di riallacciare collegamenti con l’area centrista

Proprio Di Maio, secondo l’indiscrezione, avrebbe un interesse personale a rientrare nei giochi italiani in vista della scadenza del suo incarico internazionale nel 2027. Il lavorio sarebbe avvenuto anche nei corridoi di Bruxelles.

I nomi che Draghi potrebbe “spingere” per il nuovo centro

Due figure emergono con forza dal retroscena:

  • Paola Ansuini, responsabile comunicazione di Bankitalia ed ex portavoce di Palazzo Chigi
  • Antonio Funiciello, già capo di gabinetto di Draghi

Entrambi godono di stima trasversale e sarebbero utili per costruire una rete politica in vista della grande battaglia per il Colle.

La paura dell’opposizione: “Meloni potrebbe scegliere anche il dopo-Mattarella”

Secondo gli osservatori, uno dei motivi che spinge queste manovre è il timore, nell’area di centrosinistra e centro, che Giorgia Meloni possa arrivare con numeri e alleanze sufficienti per determinare autonomamente il prossimo Presidente della Repubblica.

Continua a leggere per scoprire maggiori dettagli.

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