Taglio dei vitalizi confermato: respinto il ricorso di 800 ex deputati
Resta in vigore il taglio dei vitalizi. Il Collegio di Appello della Camera dei deputati ha respinto il ricorso presentato da circa 800 ex parlamentari contro la misura introdotta nel 2018. La decisione è stata ufficializzata in serata attraverso una nota della Camera.
Confermata la delibera n.14 del 2018
Il provvedimento contestato è la delibera n.14 del 2018, approvata durante la XVIII legislatura, che stabilisce il ricalcolo dei vitalizi secondo il metodo contributivo, riducendo in modo significativo gli assegni percepiti dagli ex deputati. La decisione del Collegio conferma integralmente l’impianto della norma, respingendo le richieste di ripristino delle condizioni precedenti.
Chi ha preso la decisione
L’organismo incaricato di esaminare il ricorso era composto dai deputati Ylenja Lucaselli, Ingrid Bisa, Marco Lacarra, Pietro Pittalis e Vittoria Baldino. Secondo quanto riportato, il Collegio ha valutato le argomentazioni degli ex parlamentari, ma ha stabilito la legittimità della riduzione, ribadendo la linea di contenimento dei costi della politica.
Confermate le misure di mitigazione
Nella nota si precisa che restano confermate le misure di mitigazione introdotte dall’Ufficio di Presidenza della precedente legislatura, a seguito delle sentenze parziali degli organi di tutela. Queste misure erano state previste per attenuare l’impatto del taglio su alcune categorie più fragili di ex deputati, senza però modificare il principio del ricalcolo contributivo.
Cosa cambia ora?
Il ricalcolo dei vitalizi continuerà a essere applicato con le stesse modalità. Il Collegio ha quindi messo fine, almeno per ora, alla lunga battaglia legale iniziata nel 2019 e proseguita fino a oggi. Si tratta di una decisione significativa che rafforza la linea di contenimento dei privilegi della politica adottata negli ultimi anni dal Parlamento.
Confermata dunque una misura che ha avuto un forte impatto mediatico e che rimane al centro del dibattito politico per il suo valore simbolico e per le ripercussioni economiche sul bilancio della Camera.