È ancora avvolta nel mistero la morte di Beatrice Bellucci, la ventenne rimasta uccisa nel terribile incidente avvenuto nella notte tra venerdì e sabato lungo la via Cristoforo Colombo a Roma. Troppi i punti ancora oscuri: la velocità delle auto, i video girati prima dell’impatto, e l’ombra di una gara clandestina tra le due Bmw partite da Anzio. Gli inquirenti non escludono nessuna ipotesi e intanto i testimoni parlano di un «rumore assordante» e di vetture che sfrecciavano a oltre 150 km/h.
La tragedia sulla Colombo
Beatrice viaggiava come passeggera su una Mini Cooper guidata dall’amica Silvia Piancazzo. Poco dopo l’incrocio con piazza dei Navigatori, la loro auto è stata centrata in pieno da una Bmw bianca condotta da Luca Domenico Girimonte. L’impatto è stato devastante: la Mini è uscita di strada e si è schiantata contro un albero. Per Beatrice non c’è stato nulla da fare. Silvia, invece, è stata trasportata d’urgenza in terapia intensiva al San Camillo Forlanini, in condizioni gravissime.
Secondo i primi accertamenti, entrambe le vetture – la Mini e la Bmw – provenivano da sud e percorrevano la Colombo ad altissima velocità. La dinamica resta complessa, ma a rendere tutto più inquietante è la testimonianza di chi era sul posto: «Due Bmw correvano a zig zag, con un rumore assordante, poi un botto tremendo».
I video e la pista della gara
Gli investigatori della Polizia Locale hanno già acquisito le immagini delle telecamere di sorveglianza della Sala Sistema Roma e delle T-Red ai semafori. Da quelle riprese potrebbero emergere dettagli cruciali: la presenza di una terza auto, l’orario esatto dell’impatto, e soprattutto l’eventuale gara a folle velocità lungo la Colombo. Si indaga anche su alcuni video girati dai ragazzi coinvolti poco prima dell’incidente, che potrebbero confermare l’ipotesi di una corsa improvvisata.
Nel frattempo, gli agenti stanno controllando i cellulari dei due indagati e dei testimoni per verificare la presenza di clip, messaggi o dirette social realizzate quella notte. L’obiettivo è chiarire se ci fosse davvero una competizione tra le auto, partita – come raccontano alcuni – da Anzio e finita in tragedia nel cuore di Roma.
Autopsia e indagini
Il 29 ottobre, al policlinico Tor Vergata, è stata eseguita l’autopsia sul corpo di Beatrice. L’esame ha confermato il decesso per politrauma toracico-addominale. I consulenti di parte hanno partecipato per conto dei due indagati, Girimonte e Piancazzo. Entrambi sono risultati negativi ai test per alcol e droga, ma restano sotto inchiesta per omicidio stradale e lesioni gravissime. Un atto dovuto, spiegano gli inquirenti, per poter svolgere tutti gli accertamenti tecnici e ricostruire nel dettaglio la dinamica.
Il racconto dei testimoni
Molti automobilisti hanno assistito alla scena e sono già stati ascoltati. Diversi di loro parlano di due Bmw, una bianca e una grigia, che si rincorrevano ad altissima velocità. Il conducente della vettura grigia, rintracciato dalla polizia, ha dichiarato di non essersi accorto di nulla, poiché al momento dell’impatto si trovava già più avanti. Tuttavia, secondo alcuni testimoni, almeno un’altra auto tra quelle coinvolte non si sarebbe fermata dopo lo schianto. Gli investigatori stanno verificando se possa trattarsi di un terzo veicolo inquadrato dalle telecamere della zona.
Le condizioni di Silvia Piancazzo
Dal San Camillo arrivano segnali di cauto ottimismo. «L’ulteriore miglioramento delle condizioni generali ha consentito la sospensione della sedazione e della ventilazione meccanica», ha comunicato il dottor Emiliano Cingolani, responsabile della UOC Shock e Trauma. Silvia è ora vigile e riesce a comunicare con i familiari, anche se resta ricoverata in prognosi riservata in attesa di un intervento ortopedico.
Chi era Beatrice Bellucci
Beatrice, chiamata affettuosamente “Bibbi” dagli amici, aveva solo vent’anni. Amava lo sport e la musica, studiava all’università e sognava di lavorare nel mondo della comunicazione. La sua scomparsa ha scosso profondamente la comunità romana e i social, dove in migliaia hanno lasciato messaggi di affetto. Il padre, distrutto dal dolore, ha chiesto «una pena esemplare per chi ha trasformato una strada in una pista».
Un mistero che divide Roma
Le indagini continuano senza sosta. Resta da chiarire se quella notte sulla Colombo ci sia stata davvero una corsa clandestina o se l’incidente sia stato causato da un singolo errore umano ad alta velocità. Intanto, la vicenda di Beatrice Bellucci è diventata simbolo delle troppe giovani vite spezzate sulle strade e del bisogno di maggiore responsabilità alla guida. «Non può morire così una ragazza di vent’anni», ha commentato una testimone commossa.
















