martedì, Novembre 11

Garlasco, le nuove impronte fanno chiarezza: cosa rivelano

Le nuove analisi disposte dal Gip e affidate al perito Giovanni Di Censo rappresentano un passaggio cruciale dell’incidente probatorio legato al caso Garlasco. L’esame ha confermato che le impronte trovate sulla porta d’ingresso della villetta di via Pascoli appartengono a Marco Poggi, fratello di Chiara Poggi, e a un carabiniere intervenuto sulla scena il giorno dell’omicidio, il 13 agosto 2007.

In particolare, una delle due impronte digitali è stata attribuita al dito medio di Marco Poggi, mentre l’altra, situata all’esterno, appartiene all’operatore. Nessun altro soggetto risulta presente sulle superfici analizzate.

Confezione di cereali e sacchetto dei rifiuti: impronte solo di Chiara

Il perito ha inoltre esaminato sei impronte rinvenute su altri oggetti della cucina: quattro sulla confezione di cereali in cellophane e due sul sacchetto blu della spazzatura. Tutte sono risultate riconducibili a Chiara Poggi, confermando che si trattava di oggetti di uso domestico maneggiati abitualmente dalla vittima.

Non sono state individuate impronte diverse da quelle già note agli investigatori e repertate nel 2007.

Escluse tracce riconducibili a Sempio o Stasi

La perizia ribadisce un punto fondamentale: sulle superfici analizzate non sono presenti impronte di Andrea Sempio, oggi indagato, né di Alberto Stasi, ex fidanzato di Chiara e condannato a 16 anni per l’omicidio.

Secondo gli accertamenti dattiloscopici e genetici, nessuno dei due uomini ha lasciato tracce sulla porta, sugli oggetti o sulle altre superfici rilevanti ai fini dell’indagine. Un risultato che non introduce alcun elemento nuovo rispetto all’impianto probatorio originario.

La difesa di Sempio: “Nessuna esultanza, ma è un atto processuale importante”

Il team difensivo di Andrea Sempio – composto dagli avvocati Angela Taccia e Liborio Cataliotti e dai consulenti Armando Palmegiani e Marina Baldi – ha accolto con prudenza l’esito della perizia.

«Non cantiamo vittoria oggi, ma si tratta finalmente di un atto processuale e non di una semplice ipotesi» hanno dichiarato, sottolineando che il risultato conferma l’assenza del loro assistito sulla scena del delitto.

Il filone bresciano e le accuse di corruzione

Parallelamente, le indagini proseguono a Brescia, dove venerdì 14 novembre si terrà una nuova udienza sul sequestro di dispositivi informatici appartenuti all’ex procuratore di Pavia Mario Venditti. Venditti e Giuseppe Sempio, padre di Andrea, sono indagati per presunti atti di corruzione legati al caso Garlasco.

Un capitolo che si affianca alla perizia sulle impronte e che potrebbe aprire ulteriori scenari giudiziari, pur senza incidere, per ora, sulla ricostruzione tecnica dei fatti accaduti nel 2007.

Un caso che continua a non trovare una svolta definitiva

Il caso Garlasco resta uno dei più discussi della cronaca italiana. Le analisi del perito Di Censo confermano i dati già noti e non modificano l’impianto probatorio che portò alla condanna di Stasi. Parallelamente, gli sviluppi della Procura di Brescia mantengono alta l’attenzione su un’indagine che, a quasi vent’anni dai fatti, continua a sollevare interrogativi irrisolti.

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