La distesa di pietre sembrava immobile, silenziosa, priva di qualsiasi indizio. Le squadre di soccorso, ormai stremate dopo tre giorni di ricerche, avanzavano con cautela quando qualcosa rompe all’improvviso la quiete: un rumore leggerissimo, quasi impercettibile. È in quel momento che il destino di un bambino cambia per sempre.
Quel suono – un soffio, un lamento, una voce – arriva da sotto terra. Lì dove nessuno pensava potesse esserci vita.
Il momento che ha ribaltato tutto

La scena, raccontano i volontari, è stata rapida e incredibile: pietre sollevate una a una, mani che scavano freneticamente, e poi – tra la polvere – una piccola mano che si muove. Il bimbo, scomparso da tre giorni nel sud della Turchia, è vivo. Ferito, disidratato, ricoperto di sangue secco e terra, ma abbastanza lucido da pronunciare subito un nome.
Un nome che fa gelare il sangue a chi lo ascolta.
Le prime parole del bambino
Appena liberato, il piccolo ha sussurrato: “Mio zio mi ha picchiato e seppellito”. Parole che i soccorritori descrivono come sconcertanti, dette con una voce flebile ma decisa, mentre veniva portato d’urgenza verso l’ambulanza.
L’intera area si è fermata. Tutto ciò che fino a quel momento era un caso di scomparsa si trasforma in un presunto tentato omicidio.
La scomparsa e l’indizio decisivo delle telecamere
Il piccolo era sparito venerdì pomeriggio dopo l’uscita da scuola. La famiglia aveva immediatamente denunciato la scomparsa e le autorità avevano ricostruito gli ultimi spostamenti grazie all’analisi di oltre duecento telecamere di sicurezza.
L’immagine chiave mostrava il bambino in compagnia dello zio. L’uomo era stato fermato poco dopo, pur negando qualsiasi coinvolgimento.
Il ritrovamento: un miracolo sotto sette massi
A cambiare tutto è stato un volontario: “Ho sentito un rumore, pensavo fosse il vento. Poi ho sentito una voce”. Sette grosse pietre sono state rimosse prima che apparisse il piccolo, con una ferita alla testa e segni compatibili con violenza.
Tre giorni sotto terra, con pochissimo ossigeno. I medici parlano apertamente di miracolo.
Le condizioni del bimbo
Il minore è stato ricoverato e sottoposto a un intervento chirurgico per le lesioni craniche. Il padre, sconvolto ma sollevato, ha dichiarato che il figlio è “in recupero” e ha chiesto la pena più severa possibile per il responsabile.
Lo zio indagato: la versione che non convince
L’uomo ha continuato a negare tutto: sostiene di aver portato il bambino a raccogliere pistacchi e che il piccolo sarebbe caduto da un albero. Avrebbe poi scelto di scappare “per paura”.
Una ricostruzione giudicata dagli investigatori incompatibile con le condizioni del bimbo e con la modalità del ritrovamento.
Indagini in corso: un caso destinato a far discutere
Gli inquirenti sono al lavoro per definire ogni dettaglio e verificare eventuali complici o moventi. Intanto lo zio è stato arrestato e trattenuto per ulteriori accertamenti.
Una certezza, però, è già scritta: quel bambino è sopravvissuto contro ogni probabilità, dopo tre giorni sotto le pietre, senza acqua e quasi senza aria. Una storia che scuote la Turchia e il mondo intero.















