lunedì, Settembre 29

Bombe sonore sulla Flotilla: colpite le barche dei parlamentari italiani, chi c’è a bordo

 

La notte degli attacchi

Intorno alle 00:50 ora greca, in acque internazionali a sud di Creta, la Global Sumud Flotilla è stata nuovamente presa di mira da droni non identificati. Alcuni ordigni assordanti sono esplosi sopra la barca Otaria, dove si trovavano anche giornalisti italiani, e sulla Morgana, a bordo della quale viaggiavano la portavoce italiana Maria Elena Delia e i parlamentari Marco Croatti (M5S) e Benedetta Scuderi (Avs).

Sulla Morgana sono stati danneggiati la randa e la vela principale, mentre sulla Otaria l’esplosione è avvenuta in prossimità dell’albero. Nessun ferito tra gli attivisti, ma i danni materiali sono evidenti. «Un drone volava sopra un’altra barca – racconta un testimone – ha puntato su di noi con una specie di lenza che penzolava, poi l’ha fatta esplodere».

Esplosioni e comunicazioni disturbate

Gli ordigni, descritti come grossi petardi o bombe sonore, hanno provocato forti boati e luci improvvise. «Dormivo sotto coperta – racconta un attivista – e mi sono svegliato di soprassalto per il botto». Pochi istanti prima dell’attacco, sul canale radio VHF usato dalle barche si sentiva musica, poi le imbarcazioni hanno dovuto cambiare frequenza.

Secondo gli attivisti, da giorni venivano avvistati droni ad alta quota, apparentemente da ricognizione. Quelli della notte tra il 23 e il 24 settembre sono invece scesi a bassa quota, lanciando cariche di avvertimento.

I precedenti attacchi

Non è il primo episodio. Nei giorni scorsi, le barche Familia Madeira e Alma, partite da Barcellona, erano state colpite da ordigni incendiari al largo della Tunisia. Il ministero degli Esteri israeliano ha già annunciato che non consentirà alla Flotilla di arrivare a Gaza.

La reazione della Flotilla

Attraverso i canali Telegram ufficiali, l’organizzazione ha denunciato l’accaduto parlando di «operazioni psicologiche» mirate a intimidire gli attivisti.

«Esplosioni, droni non identificati e interferenze nelle comunicazioni. Gli estremi a cui Israele e i suoi alleati arriveranno per prolungare gli orrori della fame e del genocidio a Gaza sono disgustosi. Ma la nostra determinazione è più forte che mai. Continueremo a navigare e a portare aiuti a Gaza, rompendo l’assedio illegale».

Situazione attuale

Le imbarcazioni, oltre 40 in totale, proseguono lentamente la navigazione verso Gaza, pur compattandosi per garantire maggiore sicurezza. L’attacco non ha causato vittime, ma conferma il clima di altissima tensione intorno alla missione umanitaria.

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