Ilaria Salis, la lettera del carabiniere: «I tuoi soldi non valgono la mia dignità»
La polemica seguita alla tragedia di Castel d’Azzano, costata la vita a tre carabinieri, si arricchisce di una nuova voce: quella di un militare in congedo che, con una lettera pubblicata su Facebook, ha risposto duramente alle parole di Ilaria Salis.
Il contesto: le frasi di Salis e lo scontro pubblico
L’europarlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra, criticando il clima mediatico e politico che ha accompagnato le discussioni sul caso, ha parlato di “campagna d’odio” alimentata da alcuni giornali e rilanciata dalla destra. Una lettura che ha innescato reazioni immediate, tra cui quella – diventata virale – di un carabiniere, firmata con nome e matricola, che ha voluto replicare punto per punto.
La replica: «Ho rischiato tutto per quattro soldi»
Nella lettera, l’autore ripercorre decenni di servizio, rivendicando sacrifici personali e professionali, dall’arruolamento negli anni Settanta fino agli interventi più rischiosi. Sottolinea notti di pattuglie, turni festivi, lutti e colleghi persi in servizio, con un riferimento diretto alla stagione del terrorismo e al lavoro quotidiano “con poco in tasca e tanto sulle spalle”.
«Cara Ilaria Salis, ho dedicato la mia gioventù, ho perso ferie, nottate, matrimoni di amici, funerali. Ho rischiato la vita molte volte… Ho messo a rischio la mia per salvare quella di uno sconosciuto. Un minimo di rispetto verso i colleghi morti e i fratelli feriti nell’esplosione.»
Il militare contesta l’idea che le critiche al lavoro delle forze dell’ordine possano essere generalizzate e trasformate in stigma, evocando episodi di piazza e la percezione di un’ostilità culturale costante verso chi indossa la divisa.
«Sul cadavere dei leoni festeggiano i cani, ma i leoni restano leoni e i cani restano cani… Tutti i suoi soldi non potranno mai comprare un centesimo della nostra dignità.»
Reazioni e divisioni: tra solidarietà e contestazioni
Il post ha raccolto migliaia di condivisioni e commenti. Molti messaggi esprimono vicinanza all’Arma e ai familiari delle vittime; altri, pur riconoscendo il sacrificio dei militari, invitano a non spegnere il dibattito su linguaggi e responsabilità nell’arena pubblica. Il tono della discussione resta alto, segno di una frattura che attraversa politica, informazione e società civile.
La tragedia di Castel d’Azzano e le indagini in corso
Il dolore per la morte dei tre carabinieri – Davide Bernardello, Valerio Daprà e Marco Piffari – resta lo sfondo non rimuovibile. Le informazioni finora emerse indicano l’esplosione di un casolare durante un intervento delle forze dell’ordine; la procura procede con ipotesi di reato gravi e gli accertamenti tecnici proseguono per chiarire dinamica, responsabilità e preparazione del gesto. Nel frattempo, feriti e famiglie sono assistiti dalle istituzioni, mentre la comunità continua a portare tributi e messaggi di cordoglio.