martedì, Agosto 19

Dopo lo stop di Sinner, Bertolucci alza l’allarme: “Finali alle 15? SOS tennis!”

Lo stop di Sinner non è arrivato per un infortunio “meccanico”, ma per un malessere (fra le ipotesi: mix micidiale caldo/umidità, uno sgarro alimentare o un virus intestinale comparso alla vigilia). A Cincinnati si è registrata una raffica di ritiri (si parla di otto forfait), con episodi al limite: Artur Rinderknech stremato dal colpo di calore, Alexander Zverev allo stremo delle forze. Il quadro alimenta una domanda: il tennis può ignorare ancora l’usura dei giocatori e il fattore climatico inseguendo lo show?

Il circuito mormora: “Qualcosa deve cambiare”

La sensazione è condivisa anche in spogliatoio. Alejandro Davidovich Fokina ha sintetizzato su X: «Una finale di lunedì alle 15:00 di agosto a Cincinnati dopo la serie Toronto–Cincinnati, con così tanti ritiri e giocatori esausti… Qualcosa deve cambiare».

Gli esempi che pesano: Sinner e Atmane

  • Sinner ha poi scelto di rinunciare al doppio misto agli US Open per privilegiare il recupero in vista del singolare: se non l’avesse fatto, sarebbe tornato in campo il giorno dopo la finale giocata di lunedì.
  • Il francese Terence Atmane ha preferito saltare le qualificazioni di New York dopo lo stress dell’Ohio (corsa fino alle fasi finali e incrocio con Sinner), con tempi di trasferimento e recupero inesistenti.

Cosa chiede Bertolucci

Per l’ex Davisman è il momento di fermarsi e ridiscutere il modello: tavolo con ATP, WTA, organizzatori, giocatori e medici su temi come durata dei tornei (i “10 giorni”), orari compatibili con le condizioni meteo, pause tra eventi ravvicinati e tutele sanitarie/climatiche. Perché, conclude la sua linea, senza buon senso il business finisce per presentare il conto.

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