Racconta come, nel 2007, fu proprio Berlusconi a rappresentare un appiglio fondamentale dopo la perdita materna. Un legame che, nonostante la fine ufficiale della relazione, non si sarebbe mai realmente spezzato sul piano emotivo.
Secondo Pascale, Berlusconi avrebbe scelto di lasciarla libera per non legarla alla propria vecchiaia, una decisione vissuta come un atto di amore più che di distacco.
Relazioni, rancori e delusioni
Non mancano passaggi durissimi sul piano personale. La relazione con Paola Turci viene definita un errore nato in un momento di fragilità, una storia tossica segnata da contraddizioni e ipocrisie. Parole che restituiscono il ritratto di un periodo vissuto come un tentativo maldestro di voltare pagina.
Il giudizio su Marta Fascina è altrettanto severo. Pur riconoscendo che abbia saputo accompagnare Berlusconi negli ultimi anni, Pascale non le perdona il mancato rispetto del ruolo parlamentare e dell’impegno politico assunto con gli elettori.
Il caso Santanchè e la rottura definitiva
L’intervista si chiude con un episodio simbolico che riguarda Daniela Santanchè. Il cosiddetto “borsa gate”, legato a regali di lusso poi rivelatisi contraffatti, ha segnato la rottura definitiva tra le due.
Pascale racconta l’imbarazzo vissuto nei negozi originali, quando le è stata confermata la falsità degli accessori. Un episodio che diventa metafora di rapporti costruiti sull’apparenza e destinati a svuotarsi di significato.
Un racconto che intreccia politica, memoria e disillusione, e che getta nuova benzina su un partito già attraversato da tensioni profonde.


















