Secondo il meccanismo dei ripescaggi proporzionali, a prendere il posto di Fenu sarà con ogni probabilità Mario Perantoni, sassarese, già deputato nella XVIII legislatura e quarto in lista nel collegio plurinominale Sardegna‑01. Il Movimento 5 Stelle manterrà così quattro rappresentanti sardi in Parlamento, numero comunque lontano dai sedici eletti nel 2018.
Effetto domino sulla politica isolana
L’elezione di Fenu
rafforza l’asse progressista in Sardegna, già galvanizzato dal successo di Alessandra Todde alle Regionali. Il “Campo Largo” – alleanza che riunisce M5S, PD, Verdi e Sinistra, PSI, Progressisti e indipendentisti di Liberu – incassa un altro simbolico trofeo, dimostrando che la formula può vincere anche nei capoluoghi tradizionalmente contesi.
Le sfide da Palazzo Civico
Tra le priorità del neopresidente ci sono la riqualificazione delle periferie, la gestione dei fondi PNRR e la lotta allo spopolamento giovanile. Temi che Fenu conosce bene grazie all’esperienza in Commissione Finanze, ma che in veste di sindaco dovrà tradurre in opere concrete. Per questo, nei corridoi del municipio si parla già di una giunta “mista” con tecnici di peso e rappresentanti di tutte le liste a sostegno.
Nuoro laboratorio politico?
Fenu assicura continuità con il metodo parlamentare: «Trasparenza, partecipazione, bilancio condiviso». Intanto gli analisti vedono nell’esito del voto un test in vista delle prossime Amministrative in Sardegna e, più in generale, un segnale per le coalizioni nazionali. Sarà l’inizio di una nuova stagione di vittorie progressiste o un episodio isolato? La risposta arriverà nei primi cento giorni di mandato, quando i cittadini vorranno riscontri concreti sul cambiamento promesso.