Il Partito Democratico ha subito un crollo drammatico, fermandosi al 9%, meno della metà del 20% ottenuto nelle elezioni europee. Allo stesso modo, Alleanza Verdi e Sinistra ha registrato un calo significativo, passando dal 12,1% di due anni fa a solo il 4% attuale. Questi risultati pongono interrogativi sulle strategie future dei partiti nazionali nella regione.
Un Nuovo Scenario Politico
La grande novità di queste elezioni è rappresentata dalla lista centrista promossa da Azione di Carlo Calenda, denominata Autonomisti di Centro, che ha raggiunto un ottimo 13% dei consensi, quasi raddoppiando il risultato delle elezioni europee. Questo successo indica un possibile spazio crescente per coalizioni più flessibili e trasversali, in grado di attrarre elettori moderati.
La macchina elettorale ha funzionato in modo efficiente, con otto poli di scrutinio impegnati nell’elaborazione di 65.011 schede. I seggi hanno chiuso alle 23 di domenica, e già in serata si attendeva la composizione ufficiale del nuovo consiglio regionale. È importante notare che, in Valle d’Aosta, non è il voto popolare a determinare il nome del presidente della Regione. Secondo lo statuto speciale e la legge elettorale regionale, saranno i 35 consiglieri eletti a scegliere il nuovo presidente del Consiglio regionale, nella prima seduta già convocata per il 28 ottobre 2025.
Le Prospettive Future per la Politica Valdostana
Il trionfo dell’Union Valdôtaine e il crollo dei partiti nazionali evidenziano come la Valle d’Aosta continui a mantenere una sua specificità politica, dove le istanze autonomiste e locali prevalgono spesso sulle dinamiche nazionali. Le forze regionali dovranno ora confrontarsi per costruire una maggioranza stabile all’interno del Consiglio, in vista della nomina del presidente.
Inoltre, l’ascesa di liste centristi e moderate come quella di Azione suggerisce che ci sia un crescente interesse per coalizioni che possano superare le tradizionali divisioni politiche. D’altra parte, il tracollo di PD e FdI solleva interrogativi sulle strategie future dei partiti nazionali nella regione, che potrebbero dover puntare maggiormente su alleanze locali o su candidature radicate nel territorio.
Le elezioni valdostane rappresentano un importante termometro politico per comprendere le tendenze elettorali in una regione che da sempre coniuga identità locale e influenze nazionali. Il risultato parziale indica una netta prevalenza degli autonomisti, un boom per il centro moderato e un significativo calo dei principali partiti nazionali. La definizione della maggioranza consiliare e l’elezione del presidente saranno ora i passaggi cruciali per il futuro della politica valdostana.