martedì, Ottobre 7

Flotilla, la notizia terrificante: “L’ha ordinato Netanyahu”

Attacchi alla Flotilla:

La recente vicenda legata alla spedizione umanitaria diretta verso Gaza ha sollevato interrogativi inquietanti. Le forze israeliane hanno bloccato la Flotilla, ma ciò che ha catturato l’attenzione è stato l’uso di droni per attaccare le imbarcazioni in acque tunisine e greche. Questi attacchi, definiti “non letali”, hanno incluso ordigni come granate stordenti, urticanti e incendiari, suscitando preoccupazioni per la loro pericolosità. Ma c’è di più: secondo un’inchiesta del canale televisivo CBS, le incursioni avrebbero avuto origine da un sottomarino israeliano, autorizzato direttamente dal primo ministro Benjamin Netanyahu.

Il Contesto degli Attacchi

Le aggressioni si sono verificate nelle notti dell’8 e 9 novembre, nei pressi del porto tunisino di Sidi Bou Said. Le imbarcazioni colpite includono la “Family”, registrata in Portogallo, e la “Alma”, battente bandiera britannica. I droni, armati di granate da 40 millimetri, hanno causato un principio di incendio a bordo delle navi, che è stato prontamente domato dall’equipaggio. Questo episodio ha sollevato interrogativi sulla legalità dell’uso di armi incendiarie contro civili, un atto vietato dalle leggi internazionali senza eccezioni.

Le Rivelazioni della CBS

Il canale CBS ha citato fonti anonime dell’intelligence americana, che confermerebbero l’uso di un sottomarino israeliano per condurre gli attacchi. Nonostante la gravità delle affermazioni, le autorità statunitensi non hanno smentito le informazioni, mentre il governo israeliano ha mantenuto il silenzio di fronte alle richieste di commento. Questo silenzio ha alimentato ulteriormente le speculazioni e le preoccupazioni riguardo alla responsabilità degli attacchi.

La Potenza dei Sottomarini Israeliani

La Marina israeliana dispone di sei sottomarini della classe “Dolphin”, costruiti in Germania e in gran parte finanziati dal governo tedesco. Questi sottomarini, derivati dalla classe U209, sono stati modificati per lanciare missili a lungo raggio, potenzialmente dotati di testate nucleari. La loro capacità di operare in immersione consente loro di raggiungere qualsiasi punto del Mediterraneo senza essere rilevati, il che rende la situazione ancora più inquietante.

La Tecnologia dei Droni

Secondo diversi analisti, l’ultimo sottomarino della classe “Dolphin”, il “Drakon”, potrebbe essere equipaggiato con una sezione dedicata all’impiego di droni volanti. Tuttavia, per utilizzare i droni, il sottomarino deve emergere, generando onde radio che possono essere intercettate da aerei e navi militari. Questo solleva interrogativi su come un sottomarino israeliano sia riuscito a operare senza essere individuato, considerando la sorveglianza intensificata nel Mediterraneo, in particolare nel Canale di Sicilia.

Le Misure di Sicurezza nel Mediterraneo

Dal 2022, il Canale di Sicilia è sotto stretta sorveglianza, con unità della missione italiana “Mare Sicuro”, forze della NATO e aerei Poseidon della Marina statunitense che monitorano le attività nella regione. È difficile credere che un sottomarino israeliano possa emergere senza essere notato, soprattutto considerando il profilo silenzioso dei sottomarini russi Kilo, che rappresentano una minaccia per le marine occidentali.

Le Conseguenze Legali e Politiche

Nonostante la gravità degli attacchi, al momento non risultano iniziative legali per accertare le responsabilità. L’uso di armi incendiari contro civili è un crimine di guerra secondo il diritto internazionale, eppure la mancanza di reazioni ufficiali solleva interrogativi sulla possibilità di una giustizia effettiva. “C**, questa è un’esplosione”, ha dichiarato un attivista della Flotilla durante l’attacco, evidenziando la drammaticità della situazione.

Il Ruolo dell’Intelligence e della Diplomazia

Le rivelazioni della CBS hanno messo in luce non solo le operazioni militari israeliane, ma anche il ruolo dell’intelligence americana in questa vicenda. La mancanza di smentite ufficiali da parte delle autorità statunitensi suggerisce una certa complicità o, almeno, una conoscenza degli eventi. Questo solleva interrogativi sul futuro delle relazioni tra Stati Uniti e Israele e sulla loro posizione nei conflitti regionali.

Riflessioni Finali

La situazione attuale rappresenta un punto di svolta significativo nelle dinamiche geopolitiche del Mediterraneo. Con l’uso di sottomarini e droni in operazioni contro civili, si pone una questione cruciale: fino a che punto si può spingere la guerra moderna senza violare i diritti umani e le leggi internazionali? La comunità internazionale dovrà affrontare queste domande e valutare le conseguenze di tali azioni, mentre il mondo osserva con apprensione gli sviluppi futuri.

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