L’unico intervento consolare da lui ricevuto, spiega, è stata una visita di dieci minuti in carcere: «Un rappresentante consolare è stato fatto uscire subito, senza nemmeno vedere metà di noi. E ci ha detto che non poteva aiutarci».
Ricorso in arrivo: 30 giorni per pagare
Gli attivisti hanno trenta giorni di tempo per pagare quanto richiesto, ma la maggioranza ha già annunciato l’intenzione di presentare ricorso. Contestano sia il metodo sia il principio: “Abbiamo partecipato a una missione umanitaria in acque internazionali, non abbiamo commesso alcun crimine. Ora ci chiedono di coprire costi che non corrispondono ai fatti”.
Il caso sta già facendo discutere in Svizzera, dove la gestione consolare delle operazioni all’estero è spesso al centro di dibattito. Le missioni della Flotilla, considerate ad alto rischio, erano state seguite da vicino dai media e dal mondo politico. Ora l’attenzione si concentra sulla decisione di addebitare agli attivisti i costi dell’assistenza consolare, una mossa che per molti rischia di avere un effetto deterrente verso future iniziative umanitarie.















