Garofano ha confermato che i reperti esaminati — compresi quelli recuperati dai sacchi della spazzatura — sono risultati in buone condizioni: «Tanto che si è potuto procedere alla tamponatura», ha dichiarato uscendo dagli uffici della Questura. Il consulente ha anche spiegato che le fascette adesive e gli acetati utilizzati per rilevare impronte hanno la stessa efficacia: «Si usavano in base alla disponibilità, ma non ci sono differenze tecniche», ha chiarito.
Il nodo della spazzatura e la tensione tra le parti
Ma la questione più spinosa riguarda proprio la spazzatura sequestrata nella villetta della famiglia Poggi. La difesa di Sempio ha contestato la validità formale del sequestro, mettendo in discussione la possibilità di procedere con le analisi. «Vogliamo verificare che sia stato redatto un verbale di sequestro regolare», ha dichiarato Garofano.
L’avvocata di Alberto Stasi, Giada Bocellari, ha però ribattuto con decisione: «Quel materiale fu regolarmente sequestrato, abbiamo già prodotto il verbale e dato lettura. Non vedo perché non si debba analizzare, se può fornire dati utili all’accertamento della verità».
Il giallo della “traccia 10” e i dubbi sull’assassino
La difesa di Stasi ha anche chiesto ulteriori esami sulla cosiddetta “traccia 10” presente sulla porta d’ingresso della casa di Chiara. Si tratta di un’impronta biologica non appartenente né a Stasi né a Sempio, già risultata negativa al test del sangue ma ora oggetto di nuove analisi genetiche. «È un approccio laico — ha dichiarato Bocellari —, vogliamo solo dare tutti i dati disponibili alla procura».
Una tensione che cresce sotto i riflettori
All’esterno della Questura di Milano, l’attenzione mediatica è altissima. Decine di giornalisti, fotografi e troupe televisive seguono le operazioni dell’incidente probatorio, in attesa di capire se emergeranno elementi nuovi in grado di ribaltare 18 anni di processi e condanne.
In questa fase, ogni dettaglio può cambiare il corso della storia giudiziaria italiana: mentre Stasi resta formalmente condannato a 16 anni, la posizione di Andrea Sempio continua ad attirare l’attenzione degli inquirenti. E il caso Garlasco, più che chiudersi, sembra riaprirsi ancora una volta.