Le autorità israeliane hanno giustificato il blocco navale affermando che si tratta di una misura necessaria per impedire il traffico di armi verso Hamas, il gruppo armato che controlla Gaza. Il ministro della Difesa Yoav Gallant ha dichiarato che nessuna nave potrà oltrepassare il blocco istituito il 9 ottobre 2023, affermando inoltre che la presenza di Greta Thunberg a bordo rappresenta un gesto “antisemita”, accusa che ha sollevato forti polemiche a livello internazionale.
Reazioni politiche e mobilitazione europea
La notizia dell’intercettazione della nave ha scatenato una serie di reazioni da parte della comunità internazionale. Oltre 200 membri del Parlamento Europeo hanno firmato un appello ufficiale, chiedendo il permesso per il passaggio sicuro dell’imbarcazione. Tra questi, numerosi rappresentanti di gruppi politici trasversali, che hanno evidenziato il carattere strettamente umanitario della missione.
Rima Hassan, eurodeputata francese di origine palestinese e presente a bordo, ha dichiarato: “Siamo disarmati e abbiamo solo aiuti umanitari. Non ci fermeremo.” Tuttavia, le autorità israeliane hanno già fatto sapere che l’equipaggio sarà trasferito in un porto israeliano, dove verranno avviate le procedure per il rimpatrio nei rispettivi Paesi d’origine. Il Ministero degli Esteri israeliano ha assicurato che la Madleen sta navigando in sicurezza verso le coste israeliane, negando qualsiasi intenzione di trattenere a lungo gli attivisti.
La posizione di Israele e le accuse di provocazione
Secondo il governo israeliano, iniziative come quella della Freedom Flotilla non sono considerate meri gesti umanitari, ma piuttosto azioni con forte connotazione politica. Le autorità di Tel Aviv ritengono che questi tentativi di rompere il blocco siano provocazioni organizzate con lo scopo di minare la sicurezza nazionale e mettere in discussione la legittimità del blocco navale imposto su Gaza.
In particolare, Gallant ha insistito sulla necessità di prevenire l’arrivo di aiuti che potrebbero, a suo dire, finire nelle mani di Hamas e venire utilizzati a fini militari. La Freedom Flotilla Coalition, dal canto suo, ha ribadito che la missione era pienamente conforme al diritto internazionale, e che la nave non trasportava alcun tipo di materiale bellico.
Un precedente che riapre vecchie ferite: il caso Mavi Marmara
L’episodio della Madleen riporta alla mente quanto accadde nel 2010 con la Mavi Marmara, altra imbarcazione parte di una missione umanitaria diretta a Gaza. In quell’occasione, le truppe israeliane abbordarono la nave al largo di Cipro, causando la morte di 10 attivisti e il ferimento di diversi soldati. Da allora, ogni tentativo simile di forzare il blocco marittimo imposto da Israele è stato interrotto prima dell’arrivo a Gaza.
La tensione tra la volontà internazionale di portare aiuti alla popolazione civile e le misure di sicurezza imposte da Israele continua a creare conflitti diplomatici e mediatici. Le immagini dell’intercettazione della Madleen, con a bordo figure pubbliche come Greta Thunberg, hanno riportato l’attenzione globale sulla crisi umanitaria in corso a Gaza.
La situazione umanitaria nella Striscia di Gaza
Mentre l’imbarcazione Madleen veniva fermata in mare, la situazione a Gaza continua a peggiorare. Secondo le autorità locali, almeno cinque civili sono stati uccisi nei pressi di un centro di distribuzione alimentare, colpiti mentre erano in fila per ricevere aiuti. Le forze israeliane parlano di “comportamenti minacciosi” da parte della folla, ma le testimonianze sul campo riferiscono che si trattava di persone disarmate in cerca di cibo e medicine.
La comunità internazionale, inclusi enti umanitari e organizzazioni non governative, denuncia un blocco totale degli aiuti via terra e via mare, che sta aggravando la già drammatica emergenza alimentare e sanitaria nella regione. Migliaia di persone sono prive di accesso a cure mediche, acqua potabile e beni essenziali.