mercoledì, Agosto 27

Lega in rosso: Vannacci nel mirino per i contributi mancanti

Il bilancio in rosso della Lega

Il 2024 si è chiuso in modo difficile per la Lega, che ha registrato un deficit di 700 mila euro. Una situazione resa ancora più pesante dalla storica condanna legata ai 49 milioni di euro di fondi elettorali che il partito è obbligato a restituire allo Stato dopo le vicende giudiziarie dell’era Bossi. Per rispettare la sentenza, ogni due mesi la formazione guidata da Matteo Salvini deve versare 100mila euro su un conto vincolato, una rata che incide fortemente sulle già esigue risorse finanziarie.

Le regole di finanziamento interno

Il sostegno economico della Lega, come quello di altri partiti, si regge su tre pilastri: rimborsi pubblici ai gruppi parlamentari, contributi degli eletti e donazioni private. Gli eletti in Parlamento devono versare 3mila euro al mese, mentre gli eurodeputati sono tenuti a contribuire con 2mila euro mensili. Norme interne che rappresentano un pilastro della gestione quotidiana del partito e che alimentano le sue attività politiche.

Il caso Roberto Vannacci

In questo contesto già fragile emerge il caso del generale Roberto Vannacci, eletto eurodeputato nel 2024 e nominato vicesegretario della Lega nel maggio 2025. Secondo quanto riportato da Il Fatto Quotidiano, il suo nome non compare nell’elenco dei contribuenti pubblicato dalla Camera, segno che non avrebbe mai versato la quota prevista per gli europarlamentari, né prima né dopo la sua promozione a numero due del partito. La vicenda ha scatenato tensioni tra i leghisti “storici”, che rispettano regolarmente gli obblighi economici. La domanda che circola è diretta: «Perché noi paghiamo tutti e lui no?».

La risposta evasiva del generale

Interrogato dal quotidiano, Vannacci ha risposto con toni sbrigativi: «È una questione che riguarda me, Salvini e la Lega», evitando di fornire chiarimenti. Ha poi ricordato di avere una sua organizzazione, “Il mondo al contrario”, lasciando intendere che le sue risorse possano confluire altrove. Alla richiesta di chiarimenti sul mancato rispetto delle regole interne, il generale ha liquidato la questione affermando che le erogazioni sono “liberali” e dunque facoltative, un’interpretazione che stride con le disposizioni interne al partito. Il colloquio si è concluso con un laconico “Arrivederci”.

Una frattura interna

Il caso Vannacci rischia di acuire le divisioni dentro la Lega, già provata dal rosso di bilancio e dalle pressioni esterne. Mentre Salvini continua a difendere la linea del partito, cresce il malumore tra gli eletti che si sentono vincolati a rispettare obblighi economici stringenti, mentre una figura centrale della dirigenza sembrerebbe non adeguarsi alle stesse regole.

Continua a leggere per scoprire maggiori dettagli.