L’accusa della cugina Silvia Radin
La cugina rompe il silenzio
«Sebastiano è sempre stato un amorfo. Anaffettivo. Non si è mai integrato nella famiglia, diceva che lui e Lilli erano lupi solitari. L’ha portata via da tutti noi». A parlare è Silvia Radin, cugina di Liliana Resinovich, scomparsa il 14 dicembre 2021 e ritrovata morta 21 giorni dopo nel parco dell’ex ospedale psichiatrico di Trieste. Oggi il marito, Sebastiano Visintin, è l’unico indagato.
Radin non si dà pace. A Open racconta di un uomo distante e sospettoso, che avrebbe isolato Liliana da amici e familiari. E punta il dito: «L’ha circuita. L’ha trascinata fuori dal mondo. E dopo la sua scomparsa, si è comportato come se nulla fosse».
Oggetti donati e un comportamento anomalo
Secondo Radin, Sebastiano avrebbe donato alcuni oggetti della moglie prima ancora che il cadavere fosse ritrovato: la bicicletta, la macchina fotografica e forse anche il vestito del matrimonio. «E chi fa una cosa del genere quando la moglie è scomparsa?», chiede la cugina. «Andava al ristorante in Slovenia, lavava l’auto. Era come se non gli importasse».