Il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato ufficialmente che la Francia è pronta a riconoscere lo Stato della Palestina.
La dichiarazione segna una tappa fondamentale nella politica estera francese e potrebbe avere un impatto significativo sugli equilibri geopolitici internazionali. Secondo quanto comunicato dal capo dell’Eliseo, il riconoscimento avverrà nel momento che verrà considerato più opportuno, in coordinamento con altri attori internazionali.
Questa decisione, attesa da tempo e frutto di un processo diplomatico complesso, potrebbe concretizzarsi in occasione della prossima Assemblea generale delle Nazioni Unite. L’iniziativa, se realizzata, rappresenterebbe un punto di svolta nelle relazioni tra l’Europa, il mondo arabo e il conflitto israelo-palestinese.
Le motivazioni dietro la decisione francese
La scelta della Francia di riconoscere la Palestina non nasce all’improvviso. È il risultato di un percorso politico e morale che Macron ha illustrato in diverse occasioni pubbliche. Già nella primavera del 2025, il presidente aveva affermato chiaramente che “riconoscere la Palestina non è un tabù per la Francia”. Secondo lui, si tratta di una questione che coinvolge valori fondamentali come la giustizia, la coerenza e la pace.
Macron ha sottolineato che questa scelta non è dettata da pressioni esterne o calcoli strategici, ma da una volontà precisa di agire secondo principi etici e politici condivisi. Il presidente ha parlato di un popolo, quello palestinese, che da troppo tempo vive privo di uno Stato riconosciuto e del diritto di autodeterminazione.
In più occasioni, Macron ha ribadito che il riconoscimento della Palestina deve servire a rilanciare un processo di pace credibile. La soluzione dei due Stati – Israele e Palestina – è, secondo lui, l’unica opzione realistica per una pace duratura nella regione mediorientale.
Un messaggio chiaro alla comunità internazionale
Nel corso dei suoi recenti discorsi, Emmanuel Macron ha lanciato un messaggio forte e inequivocabile alla comunità internazionale. Ha criticato duramente quella che ha definito la “logica del doppio standard”, cioè l’atteggiamento di chi usa due pesi e due misure nei confronti delle parti in conflitto. Per il leader francese, questa incoerenza mina la credibilità della diplomazia internazionale e ostacola la costruzione di una pace giusta e duratura.