La decisione arriva a pochi giorni dall’episodio, avvenuto il 30 ottobre, quando durante le riprese di un servizio di Telejato il consigliere si era scagliato contro il giornalista, dopo che quest’ultimo lo aveva accusato di “doppio gioco” nei confronti dell’amministrazione comunale.
L’aggressione in diretta
Secondo la ricostruzione, Pino Maniaci aveva appena terminato uno stand-up davanti alla sede del Comune di Partinico, in cui denunciava presunti intrecci tra Anzelmo e la giunta locale. Al termine delle riprese, il consigliere lo avrebbe insultato, strattonato e persino sputato in faccia, gridandogli contro: «Sei fango!».
L’aggressione, ripresa dalle telecamere, ha suscitato sdegno unanime, anche tra gli esponenti del suo stesso partito.
Le scuse pubbliche
Il giorno successivo, Anzelmo aveva pubblicato una lettera aperta alla cittadinanza, ammettendo di aver sbagliato e chiedendo scusa per il gesto. Nonostante l’ammissione e diversi messaggi di solidarietà ricevuti, il consigliere ha ritenuto di non poter più rappresentare i cittadini: «Ho avuto un chiarimento con Pino Maniaci, ma non me la sento di proseguire l’attività politica. Il mio è un gesto di responsabilità».
Nessuna rottura col Pd
Alcune voci avevano ipotizzato un contrasto con i vertici locali del partito, ma Anzelmo ha smentito con decisione: «Assolutamente no. La nota della segreteria cittadina è stata condivisa da me e riflette la mia posizione. Non c’è nessuna frattura con il Pd di Partinico».
La segretaria del circolo locale, Franca Sicula, aveva espresso solidarietà al giornalista e condannato l’episodio, definendolo «incompatibile con il ruolo istituzionale».
Chi subentra in Consiglio
Dopo le dimissioni di Anzelmo, al suo posto entrerà in Consiglio comunale Chiara Gibilaro, già presidente del circolo Pd di Partinico e membro della Conferenza delle Donne Democratiche.
Il caso Maniaci e la libertà di stampa
L’aggressione ha riacceso il dibattito sulla tutela dei giornalisti locali, spesso esposti a intimidazioni e violenze. Pino Maniaci, noto per le sue inchieste su corruzione e criminalità in Sicilia, ha dichiarato: «Accetto le scuse, ma episodi come questo dimostrano quanto sia difficile fare informazione libera nei piccoli centri».


















