martedì, Dicembre 2

Nuovo scandalo Ue, il Cremlino attacca: «Corruzione ignorata a Bruxelles, soldi verso Kiev da canali illeciti»

L’interpretazione fornita dal Cremlino, coerente con la linea già adottata in precedenza, inserisce l’inchiesta sugli appalti nel quadro più ampio delle critiche russe verso i meccanismi decisionali e finanziari di Bruxelles.

L’Ungheria interviene e rilancia la polemica

Alle parole di Zakharova si è aggiunta la reazione del governo ungherese, che da tempo intrattiene rapporti complessi con la Commissione Europea su temi legati allo stato di diritto e alla gestione dei fondi. Il portavoce dell’esecutivo di Budapest, Zoltan Kovacs, ha commentato su X definendo quanto accaduto «un nuovo shock scandaloso» per l’Ue.

«La polizia belga fa irruzione all’alba nello Seae e al Collegio d’Europa? Documenti sequestrati, arresti effettuati, sul tavolo corruzione e frode negli appalti. Non te lo inventeresti nemmeno», ha scritto. Kovacs ha poi ironizzato sul ruolo dell’Ue come garante delle regole democratiche: «Divertente come Bruxelles faccia la predica a tutti sullo stato di diritto mentre le sue stesse istituzioni sembrano più una serie poliziesca che un’unione funzionante».

L’intervento del governo ungherese, seppur politico nelle intenzioni, riflette un ulteriore livello di tensione istituzionale tra Budapest e Bruxelles, in un momento già carico di criticità diplomatiche e finanziarie.

Un caso destinato ad avere ripercussioni politiche

L’inchiesta belga, insieme alle reazioni provenienti da Mosca e da alcuni Stati membri, conferma la portata europea di una vicenda che va ben oltre il semplice accertamento giudiziario. Le autorità belghe e la Procura europea stanno proseguendo le verifiche su presunte irregolarità negli anni 2021-2022 relative ai bandi per la formazione dei giovani diplomatici europei e alle procedure di acquisto di strutture collegate al Collegio d’Europa.

Nelle prossime settimane verranno chiariti i contorni dell’indagine, mentre sul piano politico il caso rischia di diventare terreno di scontro fra differenti visioni dell’Unione.

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