Il caso Open Arms torna davanti alla Corte di Cassazione in una giornata cruciale per Matteo Salvini. Dopo l’assoluzione nei precedenti gradi di giudizio, la Suprema Corte è chiamata a pronunciarsi sul ricorso per saltum presentato dalla Procura di Palermo. La difesa dell’ex ministro dell’Interno ha chiesto che il ricorso venga dichiarato inammissibile, mentre il procuratore generale ha sollecitato la conferma dell’assoluzione.
La linea della difesa: “Ricorso inammissibile”
All’uscita dall’udienza, l’avvocata Giulia Bongiorno è stata netta: “Abbiamo chiesto che sia dichiarato inammissibile il ricorso della Procura”. Secondo la legale, il ricorso presentato dai pm palermitani non rispetterebbe i requisiti necessari per un giudizio diretto in Cassazione.
“È stato definito un ricorso per saltum – ha spiegato Bongiorno – ma ha saltato tutti i requisiti per fare un ricorso in Cassazione”. Una posizione ribadita anche durante l’arringa, in cui la difesa ha parlato di un atto “totalmente infondato e generico”, capace di stravolgere i fatti già accertati nei precedenti giudizi.
“Stravolti i fatti e il diritto”
Secondo l’avvocata di Salvini, il ricorso della Procura contesterebbe in modo indiscriminato qualsiasi presunta violazione di legge, tentando di riaprire un processo diverso da quello già celebrato. “Le presunte violazioni – ha sostenuto – sono tutte ancorate a circostanze di fatto stravolte”.
Bongiorno ha inoltre contestato il paragone tra il caso Open Arms e quello della nave Diciotti, sottolineando una differenza fondamentale: la Diciotti era una nave della Guardia Costiera italiana, mentre Open Arms è una Ong spagnola. Nella sentenza di assoluzione, ha ricordato, vengono indicate chiaramente le opzioni alternative disponibili e i report dimostrerebbero che non vi fu sequestro di persona.
Il nodo del Place of Safety e lo sbarco
Al centro del procedimento resta la decisione dell’agosto 2019, quando Salvini, allora ministro dell’Interno, non autorizzò immediatamente lo sbarco di 147 migranti presenti a bordo della nave della Ong spagnola. La difesa ribadisce che, secondo la sentenza impugnata, il Place of Safety non doveva essere concesso dall’Italia e che non vi sarebbe stata alcuna violazione delle norme penali.
Di segno opposto la posizione delle parti civili, che hanno chiesto l’annullamento dell’assoluzione sostenendo che il dolo emergerebbe dai fatti e dalle testimonianze. Secondo questa tesi, ai naufraghi non sarebbe stato consentito di sbarcare per giorni, in violazione delle norme internazionali e costituzionali.
La richiesta del procuratore generale
Durante la requisitoria, il procuratore generale della Cassazione ha però chiesto il rigetto del ricorso per saltum e la conferma dell’assoluzione di Salvini. Nella memoria depositata nelle scorse settimane, la Procura generale ha evidenziato come il ricorso dei pm di Palermo non dimostrerebbe la sussistenza di tutti gli elementi dei reati contestati.


















