sabato, Febbraio 22

Papa Francesco, il rischio della sepsi: sintomi e cosa succede ora

Papa Francesco, il rischio della sepsi: sintomi e cosa succede ora

Papa Francesco ricoverato al Gemelli: condizioni stabili ma non fuori pericolo, rischio di sepsi

Papa Francesco continua il suo ricovero presso il Policlinico Gemelli di Roma, dove si trova da diversi giorni a causa di una polmonite bilaterale.

Secondo i medici che lo hanno in cura, le sue condizioni stanno migliorando, ma il Pontefice non è ancora fuori pericolo. Il rischio più grande? La possibile insorgenza di una sepsi, una complicanza grave che potrebbe mettere seriamente a repentaglio la sua salute.

Le condizioni del Papa: miglioramenti, ma prudenza necessaria

Il dottor Sergio Alfieri e il medico personale del Pontefice, Luigi Carbone, hanno aggiornato la stampa sulle condizioni di salute del Santo Padre, sottolineando che Francesco “non è intubato” e che sta rispondendo bene alle terapie, le quali sono state ottimizzate sulla base dei risultati clinici più recenti. Il Papa, attualmente ricoverato al decimo piano dell’ospedale, non è costretto a letto e, a tratti, riesce ad alzarsi per sedersi in poltrona e dedicarsi al lavoro.

Nonostante ciò, la polmonite bilaterale di cui soffre necessita di cure ospedaliere continue e approfondite. “In questo momento non sarebbe prudente dimetterlo”, hanno dichiarato i medici, aggiungendo che il Santo Padre rimarrà al Gemelli almeno per un’altra settimana. La preoccupazione principale è che, se dimesso troppo presto, il Pontefice tornerebbe immediatamente ai suoi ritmi di lavoro serrati, rischiando di compromettere il processo di guarigione.

Il rischio di sepsi: una minaccia concreta

Uno dei timori maggiori per i medici è che i batteri responsabili della polmonite possano diffondersi nel sangue, causando una sepsi. “Se uno di questi germi dovesse entrare nel circolo sanguigno, potrebbe innescare una risposta infiammatoria sistemica estremamente pericolosa”, ha spiegato Alfieri. Questo scenario sarebbe particolarmente critico per il Pontefice, data la sua età avanzata e le sue condizioni respiratorie pregresse. Al momento, tuttavia, non vi sono segni di sepsi, e l’equipe medica continua a monitorare attentamente la situazione.

Quanto durerà il ricovero?

“È difficile stabilire una data precisa per le dimissioni”, affermano i sanitari. Sebbene Papa Francesco mostri segni di miglioramento e continui a svolgere alcune attività come leggere documenti e firmare atti ufficiali, il recupero da una polmonite bilaterale può richiedere tempo. “Sta facendo un carico importante di farmaci, e la situazione può cambiare da un giorno all’altro”, hanno aggiunto i medici.

Una volta che le sue condizioni saranno stabili e non sarà più necessario il supporto ospedaliero, il Papa potrà fare ritorno a Casa Santa Marta, dove continuerà le cure sotto la supervisione del suo staff medico personale.

Il carattere forte del Papa e la sua determinazione

Nonostante la malattia, i medici sottolineano la forza d’animo di Papa Francesco. “Ha la testa di un cinquantenne e una resistenza incredibile”, affermano i dottori. Sebbene la sua condizione cronica permanga, il Pontefice dimostra grande determinazione nel voler superare questa fase critica.

Cos’è la sepsi e perché è così pericolosa?

La sepsi è una grave risposta dell’organismo a un’infezione, caratterizzata da un’infiammazione diffusa che può portare a danni agli organi vitali. Questa condizione può svilupparsi rapidamente e, se non trattata tempestivamente, può risultare fatale.

Chi è più a rischio?

Alcune categorie di persone sono più vulnerabili alla sepsi, tra cui:

Anziani

Persone immunodepresse

Pazienti con gravi infezioni, come polmoniti o infezioni urinarie

Individui sottoposti a trattamenti medici intensivi o ricoveri prolungati

Gli agenti patogeni che possono causare la sepsi includono batteri Gram-negativi, virus respiratori come il coronavirus o l’influenza e infezioni fungine.

I sintomi della sepsi

Riconoscere tempestivamente la sepsi è fondamentale. I primi segnali possono essere:

Febbre alta o ipotermia

Brividi intensi

Tachicardia

Confusione mentale

Respiro affannoso

Se non trattata immediatamente, la sepsi può evolvere in insufficienza multiorgano e shock settico, con conseguenze potenzialmente letali.

Differenza tra sepsi e setticemia

Spesso i termini “sepsi” e “setticemia” vengono usati come sinonimi, ma esiste una distinzione importante:

Setticiemia indica la presenza di batteri nel sangue, rilevabile tramite emocoltura.

Sepsi comprende la setticemia ma implica anche una risposta infiammatoria sistemica dell’organismo, con possibili danni agli organi.

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