Omicidio di Alessandro Venier: la compagna esce dal carcere, trasferita in una struttura protetta
Una svolta significativa ha scosso l’indagine sull’omicidio di Alessandro Venier, avvenuto a Gemona del Friuli. Mailyn Castro Monsalvo, la compagna della vittima e madre della loro figlia di sei mesi, è stata scarcerata.
Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Udine, Mariarosa Persico. La donna sarà ora ospitata in una struttura protetta a Venezia, dove potrà accudire la bambina nata dalla relazione con Venier. Si tratta di una misura che rientra nelle nuove disposizioni normative a tutela delle madri detenute con figli in tenera età.
Nuova legge per le madri detenute: scarcerazione condizionata
La decisione del gip è arrivata in seguito all’istanza presentata dalla difesa, rappresentata dall’avvocata Federica Tosel. La richiesta si fondava sulla legge introdotta nell’aprile 2025, che prevede misure meno restrittive per le donne detenute con figli minori di un anno. La norma ha l’obiettivo di garantire il diritto dei bambini alla presenza materna, compatibilmente con le esigenze cautelari del procedimento penale in corso.
Nonostante la scarcerazione, Mailyn Castro Monsalvo resta formalmente indagata per omicidio pluriaggravato. Secondo l’accusa, avrebbe avuto un ruolo determinante nella pianificazione del delitto, anche se non avrebbe eseguito materialmente l’omicidio.
Un delitto efferato all’interno della casa di famiglia
Il corpo di Alessandro Venier è stato ritrovato in condizioni raccapriccianti nella casa di famiglia situata a Gemona del Friuli, in provincia di Udine. Secondo quanto emerso dalle indagini preliminari, il delitto sarebbe avvenuto in presenza della figlia neonata della coppia, fatto che ha aggiunto un ulteriore elemento di gravità al caso. Gli inquirenti ritengono che l’omicidio sia stato frutto di una premeditazione, ipotizzando che sia stato pianificato con cura e freddezza.
Lorena Venier, madre della vittima, accusata di essere l’esecutrice materiale
Un altro aspetto sconvolgente dell’indagine riguarda il coinvolgimento della madre della vittima, Lorena Venier, attualmente detenuta nel carcere di Trieste. Le autorità giudiziarie la ritengono l’autrice materiale dell’omicidio. Anche per lei è stata confermata la custodia cautelare in carcere, con le stesse aggravanti attribuite alla compagna del figlio: premeditazione, vincolo familiare e presenza di un minore durante l’esecuzione del delitto.
Secondo la ricostruzione della Procura, Lorena e Mailyn avrebbero agito in concerto, condividendo il piano omicida. Si sospetta che Mailyn abbia istigato la suocera, spingendola ad agire, e che entrambe fossero consapevoli delle conseguenze.