mercoledì, Luglio 2

Processo Grillo, l’avvocata Bongiorno: “La mia assistita definita tro** solo perché aveva bevuto”

Il giorno delle parti civili: la parola all’avvocata Giulia Bongiorno

Nel tribunale di Tempio Pausania, il processo a Ciro Grillo e ai suoi amici per violenza sessuale di gruppo è entrato in una fase cruciale. Dopo le richieste del pm Gregorio Capasso – che ha chiesto 9 anni di reclusione per ciascun imputato – è stato il momento dell’arringa delle parti civili. A parlare è stata l’avvocata Giulia Bongiorno, legale della presunta vittima, che ha tenuto un discorso durissimo e incisivo davanti alla Corte.

“Tro*a perché aveva bevuto”: le parole che fanno rabbrividire

Bongiorno ha aperto il suo intervento con una frase tagliente, tratta dalle chat tra gli imputati: “La mia assistita è stata definita ‘troi*na’, non perché lo fosse, ma perché lo sarebbe diventata dopo aver bevuto la vodka. Non lo era prima, lo è diventata dopo”. Un’osservazione che ha subito centrato il punto del pregiudizio culturale che, secondo l’avvocata, attraversa tutta la vicenda processuale.

1675 domande, 35 ore di interrogatorio e 18 crisi di pianto

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