Schlein e il caso Sala: perché la segretaria Pd è in difficoltà e cosa rischia
, ma la pressione sul Partito Democratico e sulla segretaria Elly Schlein è alle stelle. Dopo l’inchiesta che scuote Milano, la leader dem ha scelto la linea della prudenza, evitando mosse drastiche e cercando di bilanciare due esigenze opposte: non abbandonare la giunta di centrosinistra di uno dei capoluoghi più importanti d’Italia e, al tempo stesso, non apparire immobile di fronte alle richieste di cambiamento che arrivano da dentro e fuori il partito.
Il balletto di Schlein: prudenza o immobilismo?
La segretaria del Pd ha atteso 24 ore prima di intervenire ufficialmente, segnale evidente della complessità politica. Da una parte, difendere Sala è quasi obbligatorio, visto che un suo passo indietro segnerebbe una sconfitta simbolica e pratica per il centrosinistra a pochi mesi dalle regionali. Dall’altra, il Pd non può ignorare la pressione di alleati come M5S e Avs: i primi hanno chiesto esplicitamente le dimissioni del sindaco, i secondi spingono per un cambio radicale delle politiche urbanistiche.
Il comunicato diffuso da Schlein sintetizza questa strategia attendista: «Abbiamo fiducia nel lavoro della magistratura… Al tempo stesso ribadiamo che il Pd è al fianco del sindaco Sala e continua a sostenere il lavoro dell’amministrazione». Parole accompagnate dall’impegno per «segnali concreti di innovazione e cambiamento».