martedì, Novembre 18

Sondaggi, terremoto politico: referendum sulla giustizia verso il “sì”, centrosinistra in affanno

L’immagine complessiva è quella di un referendum che potrebbe rafforzare le posizioni dell’esecutivo, mostrando una volta di più le fratture interne del fronte progressista.

Intenzioni di voto: FdI stabile, Pd in affanno, M5S fermo

Se sul fronte referendario il centrosinistra appare diviso, su quello politico fatica a recuperare terreno. Fratelli d’Italia resta saldamente il primo partito, confermando un margine consistente sul Partito Democratico, che arretra rispetto all’ultima rilevazione. La distanza tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein torna dunque ad ampliarsi, complice anche la stabilità degli altri partiti della coalizione di governo.

Il Movimento 5 Stelle resta immobile, mentre il centro riformista — Azione e Italia Viva — recupera leggermente grazie a un voto moderato in cerca di rappresentanza. La Lega registra una lieve flessione, ma resta comunque agganciata al blocco del centrodestra.

Il dato dei blocchi: centrodestra avanti con margine

Il quadro aggregato fotografa un centrodestra ancora superiore al 50%, mentre il “campo largo” si ferma sotto il 44%. Una distanza che, nonostante gli scostamenti minimi, continua a essere strategicamente rilevante a un anno dall’ultima rilevazione SWG per La7, che mostrava un trend analogo: FdI primo partito, Pd in recupero ma non abbastanza da insidiare la leadership, M5S stabile e blocco del governo complessivamente solido.

Affluenza al referendum: l’incognita che può cambiare tutto

La stima dell’affluenza si attesta intorno al 56%. Un valore che, se confermato, darebbe al referendum un peso politico notevole, trasformandolo di fatto in un test sulla riforma e sulla tenuta dell’esecutivo. Ma una variazione anche minima potrebbe incidere drasticamente sugli esiti finali, soprattutto considerando la quota elevata di indecisi.

Per il centrosinistra, il problema non è solo nella polarizzazione del voto referendario, ma nella difficoltà di mobilitare un elettorato disorientato e spesso privo di una posizione chiara e univoca sui temi istituzionali.

Un test politico prima del 2026?

I prossimi mesi saranno cruciali: il risultato del referendum potrebbe consolidare la narrativa del governo o aprire spiragli per una controffensiva del fronte progressista. Al momento, però, i numeri parlano chiaro: la sinistra è in affanno, il centrodestra resta compatto e il Movimento 5 Stelle continua a oscillare, senza una direzione definita.

In un contesto politico sempre più fluido, la partita del consenso è tutt’altro che chiusa.

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