lunedì, Giugno 9

Referendum, Meloni non ritira le schede al seggio: cosa succede

Anche altri rappresentanti dei partiti di minoranza si sono espressi sull’importanza di prendere parte alla consultazione, invitando i cittadini a recarsi alle urne per far sentire la propria voce, indipendentemente dalla posizione espressa su ciascuno dei cinque quesiti.

Il voto del Presidente della Repubblica

Nel primo pomeriggio è stata poi la volta del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha votato nel suo tradizionale seggio di Palermo intorno alle 16:30. Il capo dello Stato ha esercitato il proprio diritto-dovere con sobrietà, come da consuetudine, senza rilasciare dichiarazioni.

La presenza di Mattarella al seggio è stata letta da molti come un segnale di rispetto per le istituzioni democratiche e per l’importanza del voto referendario, anche in un momento storico in cui la partecipazione popolare appare in calo, specie quando si tratta di consultazioni non collegate all’elezione di rappresentanti politici.

Astensione e quorum: cosa dice la legge

L’atteggiamento tenuto da Meloni ha riacceso il dibattito sull’astensione come strumento politico. A differenza del voto nullo o bianco, che viene comunque registrato tra i voti validi e quindi incide sul raggiungimento del quorum, la non partecipazione attraverso il mancato ritiro delle schede non ha alcun impatto numerico sulla soglia minima necessaria per rendere valido il referendum.

Il quorum, infatti, è fissato dalla Costituzione: affinché un referendum abrogativo sia valido, è necessario che vi partecipi almeno il 50% più uno degli aventi diritto al voto. Proprio per questo, nel corso degli anni, l’astensione è diventata spesso un mezzo attraverso cui determinati partiti o leader politici manifestano la loro opposizione a una consultazione, invitando i cittadini a non recarsi alle urne o, come nel caso di Meloni, a presentarsi senza ritirare le schede.

La comunicazione ufficiale dello staff

La comunicazione della mancata partecipazione attiva di Giorgia Meloni è arrivata in serata tramite una nota diffusa dal suo staff. Nella dichiarazione è stato ribadito come la premier avesse già reso pubblica la sua scelta nei giorni precedenti, motivandola con l’intento di non prendere parte a una consultazione che non riteneva opportuna in questo momento politico.

Secondo alcuni osservatori, la decisione di Meloni ha anche un valore strategico, in quanto evita di esporsi direttamente su quesiti potenzialmente divisivi o su tematiche sensibili che potrebbero suscitare tensioni interne alla maggioranza di governo.

Continua a leggere per scoprire maggiori dettagli.