mercoledì, Aprile 16

Roberto Vecchioni: “Dopo la morte di nostro figlio mia moglie non vive più, posso solo starle vicino”

 

Roberto Vecchioni: “Dopo la morte di nostro figlio mia moglie non vive più, posso solo starle vicino”

Roberto Vecchioni e il dolore per la perdita del figlio: “Daria non vive più, io posso solo esserle accanto”

Il celebre cantautore italiano Roberto Vecchioni è tornato a parlare pubblicamente di una delle tragedie più dolorose della sua vita: la morte del figlio Arrigo, avvenuta nel 2023.

In una recente intervista, l’artista ha condiviso il suo profondo dolore, soffermandosi in particolare sullo stato emotivo della moglie Daria, che da quel giorno ha smesso, come lui stesso ha detto, “di vivere davvero”.

Uno spettacolo tra musica e riflessione personale

Il cantautore milanese è attualmente in tour con lo spettacolo “Tra il silenzio e il tuono”, un progetto che prende il nome dal suo ultimo libro edito da Einaudi. L’opera è una sorta di romanzo epistolare: una lunga lettera da parte di un nipote indirizzata a un nonno che però non risponde mai. Un viaggio intimo, tra parole e silenzi, che diventa anche lo spunto per un’esplorazione della memoria, dell’identità e, inevitabilmente, del dolore.

Nel corso dello spettacolo, Vecchioni alterna momenti musicali e parti recitate. Sul palco porta alcune delle canzoni del suo ultimo album, ma anche brani iconici della sua lunga carriera, come Samarcanda, Luci a San Siro, Chiamami ancora amore, Voglio una donna, e Sogna, ragazzo, sogna. Ogni nota, ogni verso, diventa un’occasione per raccontarsi, per aprire uno spiraglio sulla propria esistenza, segnata ora da una ferita impossibile da rimarginare.

La scomparsa del figlio Arrigo: una ferita indelebile

Nel corso dell’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Vecchioni ha toccato il tema del lutto che ha colpito la sua famiglia. Suo figlio Arrigo è venuto a mancare nel 2023 a soli 36 anni, lasciando un vuoto immenso. Parlare della propria arte, in questo momento, per lui significa anche affrontare quel dolore, dargli voce, cercare un senso, sebbene ammetta che a volte è impossibile trovarne uno.

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