Nuovo passaggio chiave nell’inchiesta Qatargate. Il Parlamento europeo ha deciso di revocare l’immunità parlamentare ad Alessandra Moretti, eurodeputata del Partito democratico, confermando il parere espresso dalla Commissione affari giudiziari. Diversa invece la sorte della collega Elisabetta Gualmini, per la quale l’Eurocamera ha respinto la richiesta di revoca.
La decisione è arrivata nella seduta di martedì 16 dicembre a Bruxelles, segnando un momento rilevante sul piano politico e giudiziario per uno dei filoni più delicati della recente storia dell’Unione europea.
Il voto dell’Eurocamera: numeri e risultati
La revoca dell’immunità ad Alessandra Moretti è stata approvata con una larga maggioranza: 497 voti favorevoli, 139 contrari e 15 astensioni. Il Parlamento ha così dato il via libera alla possibilità che l’eurodeputata possa essere sottoposta a giudizio nell’ambito dell’inchiesta Qatargate.
Per Elisabetta Gualmini, anch’essa europarlamentare del Pd, l’Aula ha invece seguito un orientamento opposto. La richiesta di revoca della sua immunità è stata respinta con 382 voti favorevoli al mantenimento, 254 contrari e 19 astensioni.
Cos’è il Qatargate e come è nata l’inchiesta
L’inchiesta Qatargate è esplosa nel dicembre del 2022 e ha scosso profondamente le istituzioni europee. Al centro delle indagini un presunto sistema di corruzione internazionale finalizzato a favorire gli interessi di Paesi stranieri, in particolare Qatar, Marocco e Mauritania, attraverso il pagamento di tangenti ad esponenti del Parlamento europeo.
Tra i principali protagonisti emersi fin dalle prime fasi figurano Antonio Panzeri, ex europarlamentare del Partito democratico ed ex segretario generale della Cgil di Milano, il suo collaboratore Francesco Giorgi e la compagna di quest’ultimo, Eva Kaili, all’epoca vicepresidente del Parlamento europeo.
Le confessioni e il denaro sequestrato
Secondo gli inquirenti belgi, Panzeri avrebbe svolto un ruolo centrale nell’organizzazione del sistema corruttivo. L’ex eurodeputato ha successivamente ammesso l’esistenza del giro di mazzette, siglando un accordo di collaborazione con la procura.














