Un passaggio toccante riguarda anche la madre di Sinner, Siglinde, spesso presente sugli spalti ma visibilmente provata durante la finale del Roland Garros. Crepet riflette: «Credo che lei deciderà di non andare a Wimbledon. È meno abituata di suo marito a quel mondo, a quelle emozioni fortissime».
Tuttavia, secondo il sociologo, l’assenza della madre non cambierebbe l’assetto psicologico del n°1 al mondo: «Sinner non è un mammone. Le sue scelte di vita lo dimostrano. Non è uno che guarda troppo spesso al box durante le partite. È autonomo, concentrato. E con Darren Cahill ha trovato il coach perfetto: freddo, imperturbabile, esattamente come lui».
Un messaggio per tutti i genitori italiani
Crepet approfitta dell’esempio di Sinner per rivolgersi a tutti i genitori italiani in ansia per i figli: «Lasciateli sbagliare. I genitori di Jannik lo hanno fatto, ed è diventato un campione anche grazie a questo. Crescere significa affrontare i propri errori, non evitarli».
Halle e la strada verso Wimbledon
Secondo Crepet, il torneo tedesco è molto più di una semplice occasione per accumulare minuti in campo: «Halle sarà un laboratorio mentale. Dopo la batosta di Parigi, serve un nuovo inizio. Wimbledon è l’obiettivo, ma la ricostruzione comincia ora».
Lo psichiatra, appassionato di tennis e discreto ex giocatore di doppio, conclude: «Jannik ha già vinto una cosa importantissima: ha conosciuto i propri limiti. E solo chi conosce i propri limiti può superarli».