Italia alla vigilia dei referendum: clima politico teso e partecipazione a rischio
L’Italia si avvicina a uno snodo cruciale: l’8 e 9 giugno si terranno cinque referendum su lavoro e cittadinanza, ma il clima che li precede è tutt’altro che favorevole alla partecipazione. A dominare la scena è ancora Giorgia Meloni, che continua a dettare la linea, dichiarando che andrà al seggio ma non ritirerà le schede, in quello che molti analisti definiscono un segnale chiaro per affossare il quorum.
Nel frattempo, l’opposizione accusa la presidente del Consiglio di voler sabotare la democrazia partecipativa, e cerca di ricompattarsi. Elly Schlein, Giuseppe Conte e Angelo Bonelli hanno rilanciato con forza il voto per i cinque SÌ, ma la sfiducia crescente tra gli elettori e l’incertezza sull’effettiva efficacia degli strumenti referendari rendono complicato il raggiungimento del quorum.
La tensione istituzionale si somma a una polarizzazione politica sempre più evidente. Il centrodestra resta formalmente compatto, ma la distanza tra Fratelli d’Italia e gli alleati Forza Italia e Lega si fa ogni giorno più ampia.
E la stessa Meloni appare sempre più isolata nelle scelte strategiche, forte però di una leadership personale che continua a premiarla nei sondaggi.
Dall’altra parte, l’area progressista è ancora incapace di proporre una narrazione alternativa. Il Partito Democratico di Schlein si mantiene stabile ma non sfonda, mentre il Movimento 5 Stelle di Conte torna a crescere lentamente, risvegliando i propri elettori più fedeli. Gli altri soggetti del campo largo oscillano tra visibilità simbolica e irrilevanza numerica.
In questo contesto, il nuovo Barometro Politico dell’Istituto Demopolis offre una fotografia dettagliata dello scenario attuale. Vediamo tutti i dati nella prossima pagina.