Durante il Giubileo dei giovani dell’estate scorsa, inoltre, migliaia di ragazzi hanno raccontato di aver rinunciato per settimane a bibite, dolci, pizza, persino a indossare scarpe comode, trasformando il fioretto in una vera e propria sfida personale.
I fioretti “moderni”: la rinuncia ai social
Per molti giovani la rinuncia più difficile non è più alimentare, ma digitale. Diocesi come Trento e Modena hanno promosso fioretti che prevedono lo stop all’uso dei social network: niente like, niente storie, niente scroll compulsivo.
Un sacrificio tutt’altro che semplice, soprattutto perché i social sono diventati una forma di dipendenza quotidiana. Eppure, sempre più giovani accettano la sfida come segno di forza e autocontrollo.
Il precedente: i fioretti di Silvio Berlusconi
Prima di Meloni, anche Silvio Berlusconi aveva raccontato in tv i suoi fioretti personali: stop al fumo, al gioco e persino al ballo. Rinunce importanti per l’ex premier, che attribuiva queste scelte a profonde convinzioni religiose e agli insegnamenti ricevuti durante l’adolescenza.
Secondo il Cavaliere, ogni fioretto gli aveva permesso di superare momenti difficili della vita personale o imprenditoriale. Una visione molto simile a quella di Meloni, anche se oggi la premier mantiene massimo riserbo sulle motivazioni profonde della sua rinuncia.
Che cosa chiede Meloni in cambio?
Il significato del fioretto, per chi lo pratica, è spesso legato a un desiderio personale, a una richiesta alla Provvidenza o a un bisogno di introspezione. Nel caso di Giorgia Meloni, però, non è chiaro se la rinuncia all’alcol sia legata a un voto personale o semplicemente a un atto spirituale all’interno del proprio percorso religioso.
Quando qualcuno le porge un bicchiere, lei risponde sempre allo stesso modo, con un sorriso: «Ho fatto il fioretto, se ne riparla a Natale». Una frase che per lei non è un vezzo, ma un impegno da mantenere.



















